26 Ottobre 2012 dal Sito Web Actualidad.RT traduzione di Nicoletta Marino Versione in spagnolo
Tre anni di carcere gli sono stati condonati grazie al fatto che l’ex Primo Ministro beneficia della legge sull’indulto del 2006.
La condanna a quattro anni di carcere dell’ex Primo Ministro italiano Silvio Berlusconi per frode fiscale per aver acquisito diritti televisivi (caso Mediaset), è stata ridotta a un anno perché ha beneficiato dell’amnistia approvata nel 2006.
L’interruzione di incarichi condonati della legge sull’indulto nr. 241 del 2006 non entrerà in atto fintanto che la sentenza non sia approvata, dopo un’eventuale terza istanza.
Lo stesso Berlusconi considera che la decisione del Tribunale di Milano sia motivata politicamente.
Gli avvocati del politico hanno annunciato la sua intenzione di appellarsi contro il verdetto entro il 10 novembre, un processo questo che può durare anni. La difesa sostiene che il tribunale di Milano è incompetente e che viola la prassi processuale.
All’inizio il Tribunale Penale di Milano ha condannato Berlusconi a 4 anni di prigione oltre a interrompere il suo ruolo in incarichi pubblici per 5 anni per elevare artificialmente il prezzo dei diritti di diffusione di film comprati da società di comodo di sua proprietà e venduti al suo impero televisivo Mediaset, un sistema che permetteva al gruppo di pagare meno imposte.
Il Pubblico Ministero del caso Mediaset chiedeva tre anni e otto mesi di carcere per Silvio Berlusconi per alterazione dei diritti televisivi del canale visto che considerava che c’erano prove sufficienti per collegare Berlusconi con i fondi neri che erano stati utilizzati per gonfiare artificiosamente il prezzo dei prodotti.
Il caso Mediaset è uno dei processi con grande risonanza collegati alle attività d’impresa di Berlusconi fondatore di questo gruppo di media in Italia.
Il processo che si è iniziato nel 2006 e che ha avuto molte interruzioni, è ripreso a febbraio 2011 dopo essere stato sospeso per vari mesi in attesa che la Corte Costituzionale si pronunciasse sulla cosiddetta “legge del legittimo impedimento”, ingiuntivo di cui si è valso Berlusconi quando era a Capo del Governo per non assistere alle udienze e che rimase parzialmente invalidato.
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