di Ashley Cowie

10 Maggio 2017

dal Sito Web Ancient-Origins

traduzione di Nicoletta Marino

Versione originale in inglese

 

 

 

 

 

 

 

3.500 anni fa, le rive meridionali del lago Titicaca, situate a La Paz, in Bolivia, erano abitate dalla cultura Tiwanaku che costruiva superstrutture in pietra come:

  • l'Akapana

  • Pumapunku

  • il Kalasasaya

  • il Tempio Semi-Sotterraneo

Successivamente tra il XIII° e il XVI° secolo, la civiltà Inca dominò le Ande peruviane ed ereditò la cosmologia, la religione e le tradizioni dei Tiwanaku.

 

 

Sponde meridionali del lago Titicaca

(Diego Delso, delso.photo/CC BY-SA 4.0)

 

 

 

 

Il Creatore Supremo e il Primo Uomo

 

Secondo un mito della creazione registrato dal cronista spagnolo del XVI secolo Juan Diez de Betanzos, il dio creatore supremo degli Inca, Con Tici Viracocha, sorse dal lago Titicaca,

"durante il periodo dell'oscurità per far sorgere la luce."

Spesso descritto come un uomo anziano dalla pelle chiara e con la barba, che indossa una lunga tunica e porta con sé un bastone e un libro, dopo aver creato il sole, la luna, i pianeti e le stelle dalle isole del lago Titicaca,creò "una razza di giganti senza cervello dalla pietra", che distrusse con un grande diluvio.

 

Viracocha utilizzò quindi l'argilla e forgiò con successo il primo uomo, Manco Capac (che significa: splendide fondamenta), figlio di Inti, il dio figlio, e di sua sorella Mama Uqllu, che significa "madre della fertilità".

 

 

Manco Capac,

dettaglio di 'Genealogia degli Incas'

(Di pubblico dominio)

 

 

Camminando verso nord dal lago Titicaca con un bastone d'oro chiamato 'tapac-yauri' quando raggiunsero la valle di Cusco il bastone d'oro affondò nel terreno, fondando,

  • la civiltà Inca

  • la linea di sangue reale di Sapo Incas

  • il centro di quello che sarebbe poi diventato il Tempio del Sole di Coricancha, una sovrastruttura di culto rivestita d'oro.

 

Raffigurazione dell'imperatore Inca Pachacuti

che adora Inti nel Coricancha

(Di pubblico dominio)

 

 

Dopo aver dato al suo popolo il linguaggio, le emozioni, la civiltà, l'agricoltura e le arti, Viracocha creò tutti gli animali e infine mise in moto l'universo prima,

"viaggiando verso nord-ovest, insegnando fratellanzae arti prima di attraversare a piedi l'Oceano Pacifico, promettendo di tornare un giorno al Lago Titicaca."

Nove generazioni dopo che Manco Capac fondò Cusco con il suo bastone d'oro, il cronista Garcilaso de la Vega ci racconta che il nono sovrano Inca, Sapa Inca Pachacuti, creò l'Inti Raymi (termine quechua che significa "festa del sole") per celebrare il solstizio d'inverno, il giorno più corto dell'anno, e il capodanno sulle Ande dell'emisfero australe.

 

L'Inti Raymi onorava il dio del sole Inti, una delle divinità più venerate nella religione Inca; la cerimonia rendeva omaggio anche al giorno speciale in cui Viracocha creò Manco Inca, il padre della stirpe reale Inca.

 

 

Inti Raymi

(Festa del Sole)

a Sacsayhuaman, Cusco

(Cyntia Motta/CC BY-SA 3.0)

 

 

In tutte le numerose versioni del mito della creazione Inca, l'evento della creazione di Viracocha ebbe luogo durante il solstizio di giugno, quando i calendari agricolo, civico e cerimoniale giungevano alla chiusura annuale:

il Nuovo Anno...!

In Perù, il sole del solstizio di giugno sorge a 65° a est nord e tramonta a 295° a nord ovest.

 

Le variazioni locali di questi angoli astronomici furono fatte per tenere conto delle diverse altitudini e ostruzioni all'orizzonte.

 

In questa data speciale, si credeva che il sole calibrasse e potenziasse il sistema nazionale di linee ceque di 41 allineamenti invisibili a lunga distanza che emanavano dal Tempio del Sole di Coricancha a Cusco e attraverso l'impero Inca.

 

Questa matrice radiale di allineamenti è stata fissata al paesaggio tramite luoghi sacri chiamati huacas.

 

Considerate come un flusso di energia creativa maschile e femminile, le linee ceque non solo univano il fulcro spirituale di una nazione, ma fungevano anche da accurato strumento di calendario e misurazione del tempo, e la conoscenza di come usare o leggere tale macchina semi-mitologica era gelosamente custodita dagli alti sacerdoti del Coricancha.

 

 

 

 

L'impero solare-terrestre degli Inca

 

La cosmovisione andina è un termine usato per descrivere il modo in cui le antiche culture andine vedevano il tempo e lo spazio. Il popolo Inca nutriva una complessa visione del mondo politeistica e animistica in cui tutti i calendari agricoli, rituali e cerimoniali iniziavano/finivano nel solstizio di giugno.

 

La luce del sole e le ombre risultanti osservate all'alba del solstizio erano altamente spiritualizzate e, per realizzare il loro pieno potenziale sacro, venivano estese attraverso i paesaggi da squadre di sacerdoti-astronomi specializzati, altamente qualificati nelle sacre arti della misurazione del tempo e della distanza...