22 Giugno 2018

dal Sito Web EcoInventos

traduzione di Nicoletta Marino

Versione originale in spagnolo

 

 

 

 

 

 

 

Visti più di 8.000 milioni di tonnellate di plastica prodotti dall'uomo fino al 2015, la gestione di questi residui che possono impiegare secoli per scomporsi, oggi è una delle grandi sfide dell'ambiente.

 

Una equipe scientifica, però, potrebbe aver trovato proprio in natura un rimedio sostenibile e efficace, una specie di fungo trovato in un deposito di rifiuti del Pakistan che è in grado di degradare la plastica in alcune settimane.

 

Questo è stato provato effettuando diverse prove di laboratorio degli scienziati del World Agroforestry Centre (ICRAF) e dell'Istituto Botanico Kunming, in Cina che, capitanati da Sehroon Khan, hanno scoperto una specie di fungo conosciuto scientificamente come Aspergillus tubingensis, rinominato "soluzione insperata" per la grave minaccia costituita dai residui plastici.

"Volevamo cercare soluzioni nella natura, anche se trovare microrganismi che potessero farlo non è facile".

Lo asserisce Khan, la cui equipe, nonostante le difficoltà, hanno trovato questo fungo dopo aver preso diversi campioni in un deposito di rifiuti di Islamabad in Pakistan.

 

La sfida:

trovare un qualche organismo che si stesse alimentando con la plastica.

 

 

 

Era complicato, però lo fecero.

 

Così dopo aver realizzato diverse prove in laboratorio, si sono imbattuti in questo nuovo alleato perla lotta contro la plastica:

l'Aspergillus tubingensis, fungo che cresce sulle superfici plastiche, e su di esse secerne alcuni enzimi che bruciano i legami chimici delle molecole della plastica.

Inoltre, come è stato provato durante questo lavoro, questi funghi scompongono anche i polimeri.

"Anche le plastiche che, in qualsiasi altro modo, rimarrebbero nell'ambiente per anni, possono essere scomposte da questi funghi in settimane”.

Questo lo assicurano i responsabili del ritrovamento.

 

La soluzione è promettente visto che può offrire un'alternativa a metodi che, come il seppellire residui plastici in depositi per rifiuti o l'incenerimento, non sono abbastanza sostenibili per affrontare questa sfida per l'ambiente.

 

Tuttavia, gli autori di questo studio - "Biodegradation of Polyester Polyurethane by Aspergillus tubingensis" (Biodegradazione di poliestere poliuretanico da parte dell'Aspergillus tubingensis) - ammettono che manca ancora del lavoro da fare.

 

Questo lo si deve al fatto che su questi funghi per la scomposizione della plastica possono influire dei fattori ambientali come i livelli del PH o la temperatura.

 

Quindi prima che l'Aspergillus tubingensis possa dare battaglia con efficacia alla plastica, questa equipe di ricerca continuerà a lavorare per determinare le condizioni per la crescita di questi funghi e il deterioramento della plastica.

 

Una volta trovate queste risposte, si intravede all'orizzonte l'utilizzo su larga scala di questi funghi in piante per il trattamento dei residui o in terre che sono già contaminate dalla plastica che possono tardare a scomparire in centinaia e anche migliaia di anni.