di Kingsley L. Dennis

2011

Estratto da "Nuova Coscienza per un Nuovo Mondo"

traduzione di Nicoletta Marino

Versione originale in inglese

 

 

 

 

 

 

 

Come prosperare nei periodi di transizione

e partecipare al prossimo rinascimento spirituale.

 

"Un appello a un cambio di paradigma nel pensiero umano

nel riconoscimento dell'interconnessione di tutte le cose

- una nuova mente per un nuovo mondo"...

 

 

 

Condividiamo tutti un ambiente psicologico comune, che molti di noi, la maggior parte delle volte, diamo per scontato.

 

Abbiamo sottovalutato l'impatto del pensiero umano a livello mondiale, trascurando di considerare il potere del pensiero distruttivo e "dell'inquinamento mentale" su una biosfera sensibile e reattiva.

 

All'interno di un mondo integrale (e anche all'interno di un universo totalmente integrale…), tutto conta.

 

Il modo in cui veniamo educati (o condizionati) a pensare influenzerà il modo in cui la nostra specie gestisce lo sviluppo culturale e il successivo intervento della cultura nei sistemi viventi della Terra.

 

Si può affermare che, per la maggior parte, l'umanità partecipa inconsapevolmente a un'ipnosi culturale.

 

Fin dalla prima infanzia, le nostre esperienze vengono strutturate in modo da conformarsi alle nostre specifiche norme culturali:

di solito, eventuali anomalie vengono corrette e le correzioni vengono poi rafforzate attraverso vari processi di socializzazione, come la famiglia, la scuola, gli amici e così via.

Pertanto, il nostro "mondo" ci viene spesso presentato attraverso particolari filtri culturali e, quindi, ciascuno di noi è letteralmente ipnotizzato fin dall'infanzia a percepire il mondo nello stesso modo in cui lo percepiscono le persone della nostra cultura.

 

Si tratta di un meccanismo di socializzazione comportamentale e percettiva molto potente.

 

Uscire da questo ambiente percettivo indottrinato è estremamente difficile e spesso comporta molti problemi personali derivanti dalla pressione dei coetanei e dai legami con amici e familiari.

 

Spesso uno shock è necessario per catalizzare il proprio cambiamento di mentalità.

Eventi come le esperienze di premorte vengono spesso citati come esempi che cambiano radicalmente la visione del mondo delle persone.

Ciò che potremmo sperimentare a livello collettivo durante la nostra transizione evolutiva planetaria è un'esperienza di premorte come specie.

 

Se questo non ci sveglia di soprassalto, allora tanto vale dormire per sempre...!


Perché una mente nuova emerga nei tempi a venire, sarà necessario che le persone riprendano il controllo sui propri meccanismi percettivi, che si rafforzino negando legittimità a vecchi e obsoleti modi di pensare.

 

Il filosofo sociale Willis Harman lo ha descritto affermando:

"Modificando deliberatamente la propria immagine interiore della realtà, le persone possono cambiare il mondo."

Questo cambiamento, quindi, ci impone di riprenderci la nostra legittimazione, di decidere attentamente cosa pensiamo, come pensiamo e quali convinzioni scegliamo di adottare.

 

Ciò riguarda anche le nostre opinioni, i nostri accordi e il nostro sostegno, che in passato eravamo fin troppo pronti a cedere.

 

Le nostre convinzioni, percezioni e stati d'animo sono cruciali per la nostra comprensione del mondo che ci circonda. Pertanto, cedere il nostro diritto di scegliere come percepire il mondo contribuisce a dare potere agli altri su di noi.

 

Questo, in sostanza,

è il fulcro del controllo sociale e questo meccanismo appartiene al paradigma del vecchio mondo e non avrà posto in un mondo post-transizione.

Molti di noi non sospettano il grado di insicurezza che governa le nostre capacità percettive.

 

Ci concentriamo sull'immediato e apparentemente ignoriamo il lungo termine, nonostante quest'ultimo abbia la maggiore urgenza in termini di scala. Le nostre istituzioni sociali e i media continuano a rafforzare l'immediato e il breve termine, rafforzando così la nostra miopia sociale.

 

Come esempio significativo, un rapporto pubblicato di recente nel Regno Unito, intitolato "Oltre il terrore: la verità sulle reali minacce al nostro mondo", si è concentrato sulla sproporzionata attenzione data al terrorismo nel breve termine rispetto alle minacce che, sebbene abbiano causato più vittime, sono state classificate come problemi persistenti e a lungo termine.

 

Il rapporto afferma che nel solo 2001 negli Stati Uniti sono state uccise per varie cause le seguenti persone:

  • Malnutrizione: 3.500

     

  • HIV/AIDS: 14.000

 

  • Polmonite: 62.000

     

  • Malattie cardiache: oltre 700.000

     

  • Suicidio: oltre 30.000

     

  • Incidenti stradali: oltre 42.000

     

  • Incidenti legati alle armi da fuoco: 30.000

     

  • Omicidi: oltre 20.000

Il terrorismo internazionale, invece, contava circa 3.000 vittime.

 

Questo mostra la nostra vecchia mente al lavoro, come percepisce e dà priorità agli eventi. È anche una mente che risale a molto tempo fa, all'evoluzione della nostra specie, una mente che si è evoluta per affrontare un mondo molto diverso.

 

La nostra storia antica ci ha preparato a vivere in ambienti relativamente stabili all'interno di piccole comunità; le sfide erano a breve termine e immediate.

La mente umana si è quindi evoluta per gestire cambiamenti a basso impatto e di breve termine.

Il mondo che ha plasmato la nostra mente ormai non c'è più e il mondo che abbiamo creato intorno a noi è un mondo nuovo; paradossalmente, è un mondo per il quale abbiamo sviluppato una capacità di comprensione limitata.

 

È lecito affermare che oggi abbiamo una discrepanza tra la mente umana che possediamo e il mondo in cui viviamo. La maggior parte dei cambiamenti epocali nella nostra storia culturale si è verificata negli ultimi cento anni.

 

Al giorno d'oggi non possiamo permetterci questo lusso del tempo, poiché gli eventi (con conseguenze a lungo termine) cambiano rapidamente intorno a noi, prima che l'evoluzione culturale umana abbia avuto il tempo di riadattarsi.

 

L'evoluzione culturale ha funzionato più o meno bene fino al secolo scorso; ora si trova ostacolata da un sistema percettivo umano obsoleto. La società contemporanea si affida ancora troppo - e inconsciamente - a modi di pensiero e stili di pensiero antichi.

 

Ciò solleva la questione:

è possibile che su questo pianeta si verifichi un rapido e collettivo cambiamento di mentalità?

Nelle parole del neurologo Robert Ornstein:

"l'evoluzione consapevole deve prendere il posto dell'evoluzione culturale inconscia."

Chiariamolo subito:

siamo arrivati tardi alla festa dell'evoluzione...

In una nota analogia che colloca l'evoluzione della Terra nell'arco di un singolo anno, dal 1° gennaio al 31 dicembre, dove ogni giorno dell'anno equivale a dodici milioni di anni, la prima forma di vita, un semplice batterio, è comparsa nel mese di febbraio.

 

Forme di vita più complesse giunsero durante la primavera e l'estate, e i pesci si unirono alla festa intorno al 20 novembre. Poi, intorno al 10 dicembre, arrivarono finalmente i buttafuori, i dinosauri, per poi scomparire ubriachi il giorno di Natale.

 

Soltanto nel pomeriggio del 31 dicembre comparvero i primi nostri antenati umani riconoscibili (di solito in ritardo).

E allora quando noi, Homo sapiens, ci siamo intrufolati alla festa...?

Bene, abbiamo bussato alla porta intorno alle 23:45, il che significa che tutta la storia registrata si è svolta nell'ultimo minuto dell'anno.

Siamo, sotto tutti gli aspetti, un fenomeno in rapida evoluzione.

 

E diventerà tutto molto più rapido.

 

Ciò significa che dobbiamo abbandonare la vecchia mentalità il più in fretta possibile prima di prendere troppe decisioni sbagliate o di soccombere a crescenti insicurezze.

La nostra vecchia mente è stata programmata per essere alla ricerca di insicurezze e situazioni che inducono paura:

era il nostro apparato di sopravvivenza...

Tuttavia, questo apparato ha continuato a essere rafforzato attraverso il condizionamento sociale, con conseguente limitazione della capacità percettiva.

 

Ciò che serve ora è un rinnovamento della visione:

tutto ciò che abbiamo realizzato culturalmente è stato il risultato della visione umana.

L'immaginazione umana è una forza primaria:

consente l'intervento di energie e di guida.

 

È allo stesso tempo creativa e distruttiva e attraverso di essa siamo in grado di manifestare il mondo che immaginiamo.

Ora dobbiamo potenziare la nostra capacità visionaria, per aprirci più pienamente a pensieri e guide ispirate.

 

Non farlo rappresenterebbe una grande perdita per la nostra specie, poiché questi sono tempi critici per le facoltà percettive istintive e abbiamo bisogno di dare vita a questi nuovi organi di percezione.

 

Nel Masnavi, un'opera di poesia mistica in tre volumi, il venerato poeta persiano Jalalludin Rumi scrive:

Nuovi organi di percezione nascono per necessità.


Perciò, oh uomo, accresci la tua necessità, così da poter accrescere la tua percezione...

Ogni cambiamento richiede un cambiamento di coscienza:

è sempre stato così.

Molti di noi stanno lentamente iniziando a riconoscere questo fatto e a collaborare all'aggiornamento.

 

La fase di transizione che dovremo sperimentare nel più ampio ciclo evolutivo influenzerà allo stesso modo l'evoluzione della coscienza umana e potrebbe dare origine a nuove capacità catalizzate nell'emersione.

 

Eppure, allo stesso tempo,

è importante che noi stessi partecipiamo allo sforzo di cambiare i nostri modelli di pensiero, di sviluppare una nuova mentalità.

 

Se la mentalità di una persona è rigidamente ancorata ai vecchi schemi di pensiero, quella persona si sentirà minacciata da un cambiamento drastico.

 

La persona potrebbe persino tentare di resistere con forza, di lottare per conservare un ambiente familiare in cui tutto proceda come al solito.

Eppure il XXI secolo non sarà un periodo di consuetudine; sarà una nuova epoca e, in quanto tale, merita una consapevolezza adeguata.

 

Ogni epoca ha plasmato la propria mentalità, alcune più funzionali di altre.

 

Per esempio:

i precedenti concetti mitici di un mondo sacro dominato da forze invisibili e di un rapporto integrale dell'umanità con la potente natura si svilupparono in una coscienza teistica.

In quel caso, il diritto divino sulla Terra si sviluppò in un sistema gerarchico di autorità religiosa.

 

Questa convinzione di un cosmo divinamente ordinato si trasformò poi nella visione meccanicistica e meccanica dell'universo propria dell'Illuminismo, in cui la scienza cercò di dimostrare che le leggi naturali mantenevano il mondo sotto un dominio lineare.

 

Tuttavia, questa mentalità materialistica che ha prevalso più o meno intatta fino al momento presente non ci è più utile.

Infatti, se continuiamo così, rischiamo di diventarne vittime.

Pertanto, è necessario un aggiornamento delle nostre capacità percettive in modo molto concreto e pratico.

 

Negli ultimi trecento anni, la società occidentale dominante ha trasmesso ai suoi cittadini una visione del mondo e un sistema di credenze che ha incoraggiato idee legate alla sopravvivenza del più adatto, con il suo senso di competizione e conquista.

 

Tali ideali stanno ora contaminando rapidamente il nostro ambiente sociale e culturale e ci stanno conducendo sulla strada della distruzione.

 

Il prossimo cambiamento deve coincidere con la fase di transizione e comportare una decisione consapevole di sviluppare la nostra comprensione, la nostra visione del mondo e la nostra saggezza attraverso un'intensa "evoluzione interiore".

 

L'obiettivo di questo cambiamento è sostituire queste obsolete credenze materiali con altre che si concentrano sulla connessione, sulla comunicazione e sulla coscienza.

 

Il Mahatma Gandhi aveva ragione quando diceva:

"Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo."

Quando fai evolvere il tuo mondo interiore, cambi anche il mondo circostante a te e alle persone a te vicine.

 

È tempo di abbandonare o liberarsi di credenze obsolete e superstiziose.

 

Il nostro nuovo paradigma scientifico emergente, con le sue teorie quantistiche dell'entanglement, ci ricorda che partecipiamo a un universo integralmente connesso e vivente (vedere capitoli 5 e 6 Nuova Coscienza per un Nuovo Mondo ).

 

Questa comprensione di un universo vivente rende ancora più imperativo che l'umanità viva secondo bisogni equilibrati piuttosto che secondo desideri consumistici.

 

Si tratta di vivere semplicemente affinché gli altri possano semplicemente vivere.

 

Come dice Harman:

"Nel corso della storia, i cambiamenti davvero fondamentali nelle società non sono avvenuti per imposizioni dei governi o per i risultati delle battaglie, ma perché un gran numero di persone ha cambiato idea, a volte solo di poco...

 

Forse gli unici limiti della mente umana sono quelli in cui crediamo."

Un simile cambiamento radicale nel pensiero umano richiede che un numero critico di persone nella società evolva la propria mentalità.

 

Si tratta di un passaggio radicale, ma necessario, da una visione cartesiana del mondo basata sulle parti a una visione che abbraccia una totalità connessa.

 

Parafrasando quanto detto da Albert Einstein,

i problemi creati dal modo di pensare prevalente non possono essere risolti dallo stesso modo di pensare.

Questa è una intuizione cruciale.

 

Senza rinnovare i nostri atteggiamenti e il nostro modo di pensare culturali ormai superati, non saremo in grado di rigenerare l'attuale civiltà dominante e meccanicistica in una civiltà globale ringiovanita e integrale.

 

Così,

le modalità di colonizzazione e consumo devono essere sostituite da connessione, comunicazione e consapevolezza.

Ciò implica un cambiamento comportamentale dalla possessività alla condivisione, dalla separazione alla completezza e dall'autorità esteriore all'autorità interiore.

 

Il pensatore umanista Ervin Laszlo delinea la seguente panoramica di ciò che ritiene essere un pensiero obsoleto:

  • Ordine attraverso la gerarchia

  • Unicità individuale

  • Tutto è reversibile

  • La crescita economica è buona

  • Il nuovo è meglio/la tecnologia è la risposta

  • Il nostro Paese ha ragione.

L'aggiornamento dei nostri modelli di pensiero è un primo passo verso un miglioramento della coscienza umana, necessario se vogliamo riuscire ad adattarci al nostro mondo in rapido e inevitabile cambiamento.

 

In altre parole,

se non mettiamo in atto un cambiamento o non impariamo ad adattarci alle energie in arrivo del cambiamento e della trasformazione, è probabile che la nostra presenza non sia più necessaria o indispensabile.

 

È un pensiero che fa riflettere...

La specie umana è entrata in un periodo di cambiamenti profondi, fondamentali e senza precedenti.

 

Deve acquisire nuove competenze per poter coesistere con un ambiente che sta subendo profondi cambiamenti all'interno del più ampio tessuto dei sistemi viventi: planetario, solare e galattico.

 

Dobbiamo potenziare le nostre capacità per avere la preparazione interna per un potenziamento delle energie.

Non farlo potrebbe portare, letteralmente, a far saltare il fusibile della nostra specie!

In qualunque modo la si guardi, abbiamo bisogno di essere preparati.

Se non siamo preparati, ciò che si manifesta come verità potrebbe sembrare fantascienza. La questione potrebbe ruotare attorno a come la nostra visione interiore possa essere bilanciata (e supportare) gli impatti di un ambiente in continua evoluzione.

 

Se esiste una massa critica sufficiente di cambiamento mentale, allora è più probabile che le energie in cambiamento vengano vissute in modo meno caotico.

La biologa evoluzionista Elisabet Sahtouris esprime lo stesso sentimento quando scrive:

"Mentre le persone hanno sempre creato la realtà partendo dalle proprie convinzioni, fino ad ora una manciata di persone potenti ha dettato le credenze di ogni cultura umana.

 

La gloria della nostra epoca è che finalmente è noto che ognuno di noi ha l'autorità, perfino il mandato, di scegliere le convinzioni in base alle quali vivere e creare la propria vita individuale e comunitaria.

 

Per creare un futuro migliore per l'umanità abbiamo bisogno di buone Viste, sistemi di credenze creati consapevolmente, composti da visioni del mondo e valori per negoziarle con coraggio e amore."

La nostra priorità è cambiare innanzitutto la nostra percezione e il nostro modo di pensare.

 

La sfida che dobbiamo affrontare è adattare il nostro modo di pensare in modo da "pensare in sincronia" con il mondo in continua evoluzione...