di Michael Savage

07 Aprile 2018

dal Sito Web TheGuardian

traduzione di Claudiordali

Versione originale in inglese

 

 

 

 

I lingotti d'oro presenti presso

la Rand Refinery di Germiston – Sud Africa

Fotografia: Siphiwe Sibeko / Reuters

 

 

 

Come la rabbia per la disuguaglianza

raggiungerà il "punto di non ritorno"

i leader mondiali dovranno agire

 

 

Lo "Sviluppo Sostenibile" alias "Tecnocrazia", benché dichiari di ridurre la povertà, promuove l'aumento dell'uguaglianza dei redditi.

 

Portando via le risorse dalle mani dei cittadini, il declino dei diritti di proprietà e dei partenariati pubblico-privati potrà avere un solo risultato:

Andrà tutto in mano all'elite …

Fonte

 

 

 

L'obiettivo dell'1% più ricco è quello di possedere i due terzi di tutta la ricchezza entro il 2030

 

Secondo un'analisi scioccante che ha portato a un invito all'azione da parte di tutti i partiti, entro il 2030 l'1% più ricco del mondo sarà in grado di controllare fino a due terzi della ricchezza mondiale.

 

I leader mondiali sono stati avvertiti che il continuo accumulo di ricchezza ai vertici, a meno che non venga intrapresa un'azione per ristabilire l'equilibrio, alimenterà la crescente sfiducia e la rabbia durante il prossimo decennio.

 

Una proiezione allarmante prodotta dalla biblioteca della Camera dei Comuni suggerisce che se dovessero continuare le tendenze viste dopo il crollo finanziario del 2008, vorrà dire che l'1% in cima sarà detentore del 64% della ricchezza mondiale entro il 2030.

 

Persino tenendo conto del crollo finanziario e misurando le loro attività su un periodo più lungo, possiederebbero in ogni caso più della metà di tutta la ricchezza.

 

Dal 2008, la ricchezza dell'1% più ricco è cresciuta in media del 6% all'anno, che è molto di più della crescita del 3% del restante 99% della popolazione mondiale.

 

Se dovesse continuare, l'1% al vertice avrebbe una ricchezza pari a 305 trilioni di dollari (216,5 trilioni di sterline) - rispetto a 140 trilioni di oggi.

 

Gli analisti insinuano che la ricchezza si è concentrata al vertice a causa della recente disuguaglianza dei redditi, dei tassi di risparmio sempre più alti tra i ricchi e dell'accumulo delle attività. I ricchi hanno anche investito una grande quantità di capitale proprio in aziende, azioni e altre attività finanziarie, che hanno dato loro dei benefici sproporzionati.

 

I nuovi sondaggi di Opinium suggeriscono che gli elettori percepiscono problemi grossi dall'influenza esercitata dai ricchi.

 

Alla domanda di scegliere il gruppo che potrebbe avere più potere nel 2030, la maggior parte (34%) ha dichiarato i super-ricchi, mentre il 28% ha optato per i governi nazionali.

 

A riprova dell'abbassamento dei livelli di fiducia, gli intervistati hanno affermato di temere che le conseguenze della disuguaglianza nella ricchezza aumenterebbero i livelli di corruzione (41%) oppure che,

"i super-ricchi godranno di un'influenza sleale sulla politica di governo" (43%).

La ricerca è stata commissionata da Liam Byrne, ex ministro del governo laburista, come parte di un convegno di parlamentari, accademici, dirigenti d'impresa, sindacati e leader della società civile, tutti focalizzati ad affrontare il problema.

 

L'attore Michael Sheen, che ha optato di ridimensionare la sua carriera hollywoodiana per sostenere la campagna contro i fornitori di credito ad alto tasso di interesse, è stato tra coloro che hanno risposto all'invito.

 

 

L'attore Michael Sheen,

 che sta facendo una campagna contro chi presta denaro ad interessi elevati,

sostiene anche le richieste per riequilibrare la disuguaglianza globale.

Fotografia: Teri Pengilley per The Guardian

 

 

La speranza è quella di creare la giusta pressione per un'azione globale quando i leader del G20 si riuniranno per un summit a Buenos Aires a novembre 2018.

 

Byrne, che ha organizzato la prima conferenza parlamentare globale dell'OCSE sulla crescita inclusiva, ha detto che la disuguaglianza globale

"è arrivata al punto di non ritorno."

"Se non adottiamo nuove misure per riscrivere le regole sul funzionamento delle nostre economie, ci condanniamo a un futuro che resterà iniquo per sempre", ha affermato.

 

"È moralmente negativo ed economicamente disastroso. Si rischia una nuova esplosione di instabilità, corruzione e povertà."

A riprova della preoccupazione per l'accumulo di ricchezze nelle mani di così poche entità , la mossa ha ottenuto il sostegno di tutti i partiti politici.

 

George Freeman, Parlamentare Conservatore ed ex capo del consiglio di amministrazione del primo ministro, ha dichiarato:

"Sebbene l'umanità non ha mai visto una simile disuguaglianza di reddito, è anche vero che l'umanità non ha mai sperimentato degli aumenti così rapidi riguardo agli standard di vita.

 

In tutto il mondo miliardi di persone vengono liberate dalla povertà a un ritmo mai visto prima. Tuttavia, l'odierna straordinaria concentrazione di ricchezza globale, alimentata dal ritmo dell'innovazione tecnologica e della globalizzazione, pone delle sfide serie.

 

Se il sistema della democrazia liberista capitalista che ha trionfato in Occidente, dovrà superare la grande prova della globalizzazione, l'assalto dell'Islam radicale e le pressioni interne derivate dal crollo post austerity, avrà bisogno di qualche nuova riflessione sui modi per ampliare le opportunità, la condivisione della proprietà e la filantropia. Velocemente..."

Le richieste d'azione del gruppo includono,

  • migliorare la produttività per garantire l'aumento dei salari

     

  • la riforma dei mercati dei capitali per promuovere una maggiore uguaglianza

Danny Dorling, professore di geografia all'Università di Oxford, ha detto che lo scenario in cui i super-ricchi accumuleranno ancora più ricchezza entro il 2030, è realistico.

"Anche se il reddito delle persone più ricche del mondo dovesse drammaticamente cessare di crescere in futuro, per qualche tempo la loro ricchezza continuerà a crescere", ha detto.

 

"L'ultimo picco delle disuguaglianze di reddito si è verificato nel 1913. Ci siamo di nuovo vicini, ma anche se dovessimo ridurre le disuguaglianze ora, continuerà a crescere per uno o due decenni."