di Kerry Bolton
13 Agosto 2016
(ripubblicato il 2 Marzo 2019)

dal sito web Russia-Insider

traduzione di Claudiordali

Versione originale in inglese

Versione in Spagnolo

 

 

 



La giovane civiltà

si confronta con quella morente

 



"Aspettate, verrà il momento

che imparerete

che cos'è la fede russa ortodossa!

Già le persone lontane e vicine la sentono.

Dal suolo russo sorgerà uno Tsar,

e non ci sarà potere al mondo

che non si sottometterà a lui!"

 

 

Oswald Spengler fu una celebrità popolare in Europa e in America prima della Seconda Guerra Mondiale. A quell'epoca, il suo libro "The Decline of the West" è stato uno dei più letti di sempre e ha venduto milioni di copie.

Questo è un articolo accademico molto lungo, ma non è affatto noioso ed è assolutamente affascinante e altamente raccomandato.

Questo articolo esamina le opinioni di Spengler sulla Russia vista come una cultura ben distinta che non aveva ancora realizzato il suo destino, mentre la civiltà occidentale sta per fare l'ultimo inchino sul palcoscenico mondiale.

Le sue opinioni da estraneo sulla Russia sono considerate in relazione alla descrizione dell'anima russa da parte di personaggi influenti come Gogol.


 

 

 

 

 


Oswald Spengler e l'Anima della Russia
di Kerry Bolton

11 Maggio 2015
dal Sito Web Katehon
 

 



 

 


L'Anima della Russia

Spengler considerava i russi come se si fossero formati dalla vastità della pianura, come se fossero intrinsecamente gli antagonisti della Macchina, radicati nel suolo, irrefrenabilmente contadini, religiosi e "primitivi".

Senza un'ampia comprensione della sua filosofia, potrebbe sembrare che Spengler fosse stato, come Hitler, uno Slavofobo.

Tuttavia, quando Spengler scrisse a proposito di queste caratteristiche dei russi, si riferiva a loro come un popolo ancora giovane in contrasto con il vecchio ovest.

Per cui, i "primitivi" russi non erano un sinonimo della "primitività" che a quei tempi veniva espressa nei confronti dei popoli tribali "primitivi". Né doveva essere confusa con la percezione hitleriana dello "slavo primitivo" incapace di costruire un proprio Stato.

Per Spengler, il "contadino primitivo" è la fonte da cui una razza attinge i suoi elementi più sani durante le epoche di vigore culturale.

L'agricoltura è la base per la Cultura Alta, che consente alle comunità stabili di diversificare il lavoro nelle specializzazioni dalle quali avanza la civiltà.

Tuttavia, secondo Spengler, ogni popolo ha la propria anima, una concezione tedesca derivata dall'Idealismo Germanico di Herder, Fichte e altri. La cultura alta riflette quell'anima sia in matematica, musica e architettura, come anche nelle arti e nelle scienze fisiche.

L'anima russa non è come la Faustiana occidentale, così la chiamava Spengler, e neppure come la "Magiana" degli Arabi, o la classica degli Elleni e dei Romani. La cultura occidentale che fu imposta alla Russia da Pietro il Grande e che Spengler chiamò Pietrinismo, è solo una facciata.

La base dell'anima russa non è lo spazio infinito, come nell'imperativa Faustiana Occidentale (Spengler, 1971, I, 183), ma è,

'la pianura senza limiti'.

(Spengler, 1971, I, 201)

L'anima russa esprime il suo tipo di infinito, che non è quello occidentale che viene addirittura reso schiavo dalle proprie tecniche alla fine del suo ciclo di vita. (Spengler, 1971, II, 502).

(Anche se si potrebbe sostenere che il Sovietismo schiavizzò l'uomo alla macchina, uno Spengleriano lo citerebbe come un esempio di Pietrinismo).

Tuttavia, le civiltà non possono fare altro che seguire il corso della propria vita, per cui non si possono vedere le descrizioni di Spengler come dei giudizi morali, ma come delle osservazioni.

Secondo Spengler, il finale della civiltà occidentale non può essere quello di creare altre grandi forme di arte e musica, che appartengono al periodo giovanile o "primaverile" di una civiltà, ma quello di dominare il mondo sotto una dispensa tecnocratico-militare, prima di declinare nell'oblio come tutte le precedenti civiltà del mondo.

È dopo il declino occidentale che Spengler alluse alla Russia come la successiva civiltà. In quella fase, Spengler poteva solo suggerirne la possibilità.

Per cui, secondo Spengler, l'architettura ortodossa russa non rappresenta l'infinito verso lo spazio che viene simboleggiato dalla guglia della cattedrale gotica della cultura alta occidentale, e nemmeno lo spazio chiuso della moschea della cultura magiana, (Spengler, 1971, I, 183-216), ma dà l'impressione di sedere sull'orizzonte.

Spengler considerava che questa architettura russa fosse,

"non ancora uno stile, solo la promessa di uno stile che si risveglierà quando a seguito del risveglio della vera religione russa."

(Spengler, 1971, I, p. 201.)

Spengler scriveva della cultura russa da esterno, rendendosi conto dei suoi limiti attraverso i propri calcoli. Pertanto, è utile confrontare i suoi pensieri sulla Russia con i personaggi russi di spicco.

In The Russian Idea, Nikolai Berdyaev afferma ciò che Spengler descrive come segue:

C'è qualcosa nell'anima russa che corrisponde all'immensità, alla vaghezza, all'infinito della terra russa; la geografia spirituale corrisponde a quella fisica. Nell'anima russa c'è una sorta di immensità, vaghezza, predilezione per l'infinito, che viene suggerita dalla grande pianura russa.

(Berdyaev, 1)

 

 


'Socialismo Prussiano', 'Socialismo Russo'

Nell'anima russa manca l'ego, la vanità della cultura occidentale; la persona cerca la crescita impersonale mettendosi al servizio,

"del fratello mondo della pianura".

Il cristianesimo ortodosso condanna l'io come un peccato (Spengler, 1971, I, 309).

Spengler scrisse del "socialismo prussiano", basato sull'ethos prussiano del dovere nei confronti dello stato, come il fondamento del nuovo ethos occidentale, con il ritorno alla Fede e all'Autorità durante la fase finale della civiltà occidentale.

Lo contrapponeva al "socialismo" di Karl Marx, che considerava essere un prodotto dell'economia inglese (Spengler, 1919), ben differente, per esempio, dall'economia tedesca di Friedrich List, descritta come il "sistema nazionale dell'economia politica", dove la nazione è la ragion d'essere dell'economia e non della classe o dell'individuo.

Il concetto russo di "noi" piuttosto che "io", e del servizio impersonale all'espansione della propria terra, implica un'altra forma di socialismo. È forse in questo senso che lo Stalinismo procedeva secondo linee diverse e spesso antitetiche al Bolscevismo immaginato da Trotskij et al. (Trotskij, 1936) e stabilì un'eredità duratura per la Russia.

Il recente commento di Barbara J. Brothers, una visitatrice americana che faceva parte di una delegazione scientifica, afferma qualcosa di simile all'osservazione di Spengler:

I russi hanno un senso di connessione con se stessi e con gli altri esseri umani che non fa parte della realtà americana.

Non è che non esiste la competitività; è solo che, in ogni situazione, sembra esserci sempre più considerazione e rispetto per gli altri.

Riguardo al concetto russo di proprietà e capitalismo, Berdyaev scrisse:

Nel pensiero russo del XIX secolo, il tema sociale occupava un posto predominante.

Si potrebbe anche dire che, in quel secolo, il pensiero russo era in gran parte colorato dalle idee socialiste. Se la parola socialismo non viene presa nel suo senso dottrinario, si potrebbe dire che sia profondamente radicato nella natura russa.

Esiste già un'espressione di questa verità nel fatto che il popolo russo non riconosce la concezione romana di proprietà.

Della Russia moscovita si è detto che era innocente del peccato di proprietà della terra; l'unico e solo proprietario terriero era lo Tsar: non c'era libertà, ma c'era una maggiore consapevolezza di ciò che era giusto.

Ciò riveste interesse per la luce che getta sull'ascesa del comunismo. Anche gli slavofili ripudiarono l'interpretazione borghese occidentale di proprietà privata, in ugual misura al modo di pensare rivoluzionario dei socialisti.

Quasi tutti pensavano che il popolo russo fosse chiamato a dare un vero effetto alla fedeltà sociale, alla giustizia e alla fratellanza dell'uomo.

Tutti speravano che la Russia sarebbe sfuggita all'ingiustizia e al male del capitalismo, che sarebbe stata in grado di passare a un ordine sociale migliore, evitando allo stesso tempo lo stadio capitalista dello sviluppo economico.

E tutti consideravano l'arretratezza della Russia come un grande vantaggio. La saggezza dei russi fu quella di essere socialisti durante il periodo della servitù della gleba e dell'autocrazia.

I russi hanno lo spirito di comunità di tutti i popoli del mondo; al massimo livello, il modo di vivere e le maniere russe sono di quel tipo.

L'ospitalità russa è un indicatore di questo senso di comunità.

(Berdyaev, 97-98)

Di nuovo, vediamo con Berdyaev, come con Spengler, che esiste un "socialismo russo" basato su quello che Spengler definiva il "noi" russo in contrasto con "l'Io" del Tardo Occidente e del senso di fratellanza drammatizzato da Gogol in Taras Bulba, modellato non dalle fabbriche e dal pensiero al denaro, ma dalla parentela che nasce da un popolo formato dalla vastità delle pianure e forgiato attraverso le avversità derivanti da secoli di invasioni musulmane e mongole.
 

 

 


L'Anima Russa - Русская душа

Le connessioni tra la famiglia, la nazione, la nascita, l'unità e la patria si riflettono nella lingua russa.

  • род [rod]: famiglia, tipo, specie, genere
     

  • родина [ródina]: terra natia, nazione, madrepatria
     

  • родители [rodíteli]: genitori
     

  • родить [rodít']: dare alla luce, far nascere
     

  • роднить [rodnít ']: unire, mettere insieme
     

  • родовой [rodovói]: ancestrale, tribale
     

  • родство [rodstvó]: parentela

A partire dagli anni '40, la Letteratura Nazionale Russa ha cominciato ad esprimere consapevolmente l'anima russa.

In primis Taras Bulba di Nikolai Vasilievich Gogol, che insieme alla poesia di Puskin fondò la tradizione letteraria russa; era di qualcosa di veramente russo e distinto dalla precedente letteratura basata su quella tedesca, francese e inglese.

John Cournos, nella sua introduzione a Taras Bulba, dichiara quanto segue:

La lingua parlata e nata dal popolo, ha dato l'anima e le ali alla letteratura; solo venendo sulla terra, sulla terra natia, è stata in grado di spiccare il volo.

Arrivato dall'Ucraina, la Piccola Russia, con il sangue cosacco nelle vene, Gogol ha iniettato il suo virus sano in un corpo esausto, gli ha soffiato il suo spirito virile, lo spirito della sua razza, nelle narici, e ha dato al romanzo russo la direzione che segue ancora oggi.

Taras Bulba è un racconto sulla formazione del popolo cosacco. In questa formazione il nemico esterno gioca un ruolo cruciale. I russi si sono in gran parte formati come il risultato di battaglie secolari contro i Tartari, i Musulmani e i Mongoli.

Cournos scrive dei miti di Gogol in riferimento alla formazione del personaggio russo attraverso le avversità e il paesaggio:

Lo stesso Principe Guedimin liberò Kieff dal giogo tartaro. La città fu devastata dalle orde dorate di Ghengis Khan e nascosta per molto tempo al cronista slavo, come se si trovasse dietro a una cortina impenetrabile.

Essendo un uomo astuto, Guedimin nominò un principe slavo per governare la città e permise agli abitanti di praticare la propria fede, il Cristianesimo greco.

Prima dell'invasione mongola, che portò conflagrazione e rovina, e sottopose la Russia a due secoli di schiavitù, tagliandola fuori dall'Europa, esisteva uno stato di caos e le tribù separate combattevano costantemente tra loro per motivi davvero insignificanti.

I reciproci saccheggi erano possibili a causa dell'assenza di catene montuose; non c'erano barriere naturali contro gli attacchi improvvisi.

La spaziosità della steppa ha reso il popolo favorevole alla guerra. Tuttavia, in seguito, questa stessa spaziosità fece in modo che gli eserciti pagani di Guedimin, rinvigoriti dalle foreste di abete di quella che oggi è la Russia Bianca, potessero fare piazza pulita di tutto il territorio tra la Lituania e la Polonia, e quindi dare ai principati disuniti la necessaria coesione.

Fu così che si formò l'Ucraina.

(Cournos, "Introduzione", ibid)

Le loro società e nazionalità erano definite dalla religiosità, così come lo fu l'Occidente dal Cristianesimo gotico durante la sua "gioventù".

Il nuovo arrivato a Siec, il villaggio permanente, fu salutato dal Capo come un cristiano e come un guerriero:

“Benvenuto! Credi in Cristo?”
“Si.” rispose il nuovo arrivato.
“E credi anche nella Santa Trinità?” “Si.”
“Vai in chiesa?” “Si.”
“Allora fatti il segno della croce.”
(Gogol, III)

Gogol descrive lo sdegno in cui si svolgevano gli affari, e quando il commercio entrò tra i russi, piuttosto che essere limitato agli affaristi stranieri, fu considerato un sintomo di decadenza:

So che la bassezza ora si è fatta strada nella nostra terra.

Gli uomini si preoccupano solo di avere i loro covoni di grano e fieno e le loro scorte di cavalli, e che l'idromele sia al sicuro nelle loro cantine; si mettono ad adottare, solo il diavolo sa cosa vogliono i Musulmani. Parlano sdegnosamente con le loro lingue.

Si preoccupano di non parlare dei loro veri pensieri con i propri compatrioti. Vendono le loro cose ai loro stessi compagni, come creature senz'anima al mercato.

Il favore di un re straniero che nemmeno è un re, ma il povero favore di un magnate polacco che li picchia sulla bocca con la sua scarpa gialla, è più caro a loro di tutta la fratellanza.

Eppure, il più meschino di questi uomini vili, chiunque egli sia, per quanto sia meschino e servile, anche lui, fratelli, ha alcuni grani di sentimento russo; e un giorno si faranno valere.

E allora l'infelice si batterà il petto con le mani; si strapperà i capelli maledicendo la sua vile vita ad alta voce, pronto ad espiare le sue vergognose azioni con la tortura.

Fate loro sapere cosa significa la parola fratellanza in terra russa!

(Spengler, 1971, II, 113)

Qui possiamo vedere il socialismo russo che, fino a quel momento, era ben lontano dal materialismo dialettico offerto da Marx, il mistico sentimento del noi forgiato dalla

vastità della pianura e l'imperativo della fratellanza al di sopra dell'economia imposto da quel paesaggio.

Il sentimento della missione mondiale della Russia ha una sua forma di messianismo che viene espressa attraverso l'ortodossia cristiana e la forma non marxiana di "rivoluzione mondiale" sotto Stalin, o una combinazione delle due, come suggerito dal rapporto successivo del 1943 tra lo stalinismo e la Chiesa, con la creazione del Consiglio per gli Affari della Chiesa Ortodossa Russa (Chumachenko, 2002).

In entrambi i sensi, e persino nelle forme embrionali che si verificano sotto Putin, la Russia è consapevole della missione mondiale, espressa oggi da una Russia che, nel ruolo di elemento cardine, vuole forgiare un mondo multipolare per resistere all'unipolarismo.

Il commercio è l'interesse degli stranieri e le intrusioni portano con sé la corruzione dell'anima e della cultura russa in generale:

nel parlare, nell'interazione sociale, nel servilismo, nel minare la "fratellanza" russa, il sentimento russo del "noi" descritto da Spengler.

(Spengler 1971, I, 309)

Tuttavia, Gogol afferma anche che questo decadimento materialistico finirà per essere eliminato anche dall'anima del russo più vile.

E tutta la Siec pregava in una sola chiesa ed era disposta a difenderla fino all'ultima goccia di sangue, benché non volesse sentir parlare di digiuni e astinenze.

Soltanto gli ebrei, gli armeni e i tartari, spinti da grande avidità, si azzardavano a vivere e commerciare nel villaggio, poiché gli zaporoghi non volevano far traffici e quanto si mettevano la mano in tasca era solo per pagare.

Del resto, il profitto di quei cupidi mercanti era assai scarso.

Erano simili agli abitanti alle falde del Vesuvio, perché quando gli zaporoghi si trovavano senza denari, andavano a saccheggiare audacemente i loro magazzini e prendevano tutto senza pagare.

(Gogol, III)

La descrizione di quelle persone mostra che non si sarebbero abbassate a contrattare; decisero cosa dovrebbe ricevere un mercante. Il solo parlare di denaro per loro è ripugnante.

La fratellanza cosacca viene raffigurata da Gogol come il processo formativo nella costruzione del popolo russo.

Questo processo è, significativamente, non biologico ma spirituale e trascende persino il legame familiare. Spengler trattava la questione della razza come un qualcosa legato all'anima piuttosto che alla zoologia. (Spengler, 1971, II, 113-155)

Per lo scenario di Spengler era cruciale determinare cosa diventa "razza" e la durata delle famiglie raggruppate in un particolare territorio, compresi i nomadi che avevano un tipo ben definito di vagabondaggio: formavano "il carattere della durata", che per Spengler era la definizione di "razza". (Spengler, Vol. II, 113).

Gogol descrive il processo di formazione della "razza" tra i russi. Lungi dall'essere una razza nazionalistica aggressiva, era una fratellanza mistica in espansione sotto Dio:

Il padre ama i suoi figli, la madre ama i suoi figli, i figli amano il padre e la madre, ma non è solidarietà fraterna.

Anche la bestia ama i suoi piccoli. Essere parenti con l'anima e non con il sangue, può appartenere soltanto all'uomo. Anche in altre terre esiste la fratellanza, ma non come nella terra russa. È successo a molti di voi di trovarsi in terre straniere ...

No, fratelli, amare come ama l'anima russa, è amare non solo con l'intelletto o con che so io, ma con tutto ciò che Dio ti ha dato, tutto ciò che è dentro di te. Ah!

(Gogol, IX)

L'anima russa è nata nella sofferenza.

Il russo accetta il destino della vita stando al servizio di Dio e della sua madrepatria. La Russia e la Fede sono inseparabili.

Quando l'anziano guerriero Bovdig viene colpito mortalmente da un proiettile turco, le sue ultime parole sono esortazioni alla nobiltà della sofferenza, dopo di che il suo spirito spicca il volo per unirsi ai suoi antenati:

'Non mi rincresce lasciare questo mondo. Che Dio serbi a tutti una morte simile! Sino alla fine dei secoli sia gloriosa la terra russa!'

E lo spirito di Bovdig salì al cielo per raccontare ai vecchi che l'avevano preceduto come si sa combattere sulla terra russa e, meglio ancora, come in essa si sa morire per la santa fede.

(Gogol, IX)

La profondità e la durata del culto dei martiri associato alla Santa Madre Russia fu rianimato da Stalin durante la Grande Guerra Patriottica.

Oggi è più vigoroso che mai, come fu sottolineato dalla celebrazione del Giorno della Vittoria del 7 maggio 2015 e dall'assenza dei rappresentanti occidentali che sta ad indicare la divergenza della Russia rispetto all'Occidente.

La mistica della morte e della sofferenza per la Madrepatria viene descritta nella morte di Taras Bulba, quando viene catturato e giustiziato; le sue ultime parole sono rivolte alla risurrezione:

'Aspettate, verrà un tempo in cui apprenderete che cos'è la fede russa ortodossa!

Già le persone vicine e lontane la sentono. Sorgerà dalla terra russa uno Zar al quale nessun potere al mondo negherà di sottomettersi!'

Ma già il fuoco si alzava dalla catasta di legna e gli lambiva i piedi; le fiamme tosto avvolsero l'albero ...

Ma esistono al mondo fiamme, tormenti e poteri capaci di sopraffare la forza russa?

(Gogol, XII)

Le caratteristiche dell'anima russa presenti in Taras Bulba sono la fede, il destino, la lotta, la sofferenza, la forza, la fratellanza e la risurrezione.

Taras Bulba definì la letteratura nazionale che articolò l'anima russa.
 

 

 


Pseudomorfosi

Un elemento significativo riguardo la morfologia della cultura di Spengler è la "Pseudomorfosi Storica".

Spengler tracciò un'analogia dalla geologia, quando i cristalli di un minerale vengono incorporati in uno strato della roccia:

dove "si formano le crepe e le fenditure, l'acqua filtra e i cristalli vengono man mano lavati via in modo che, a tempo debito, rimanga solo il loro incavo."

(Spengler, II, 89)
 


Poi arrivano le eruzioni vulcaniche che fanno esplodere la montagna; le masse fuse si riversano, si irrigidiscono e, a loro volta, si cristallizzano. Tuttavia, non sono libere di farlo mantenendo le loro forme. Devono riempire gli spazi che trovano disponibili.

Nascono così delle forme distorte di cristalli, la cui struttura interna contraddice la loro forma esterna, pietre di un tipo che presentano l'aspetto di pietre di un altro tipo.

I mineralogisti chiamano questo fenomeno col nome di Pseudomorfosi.

(Ibid.)

Spengler spiega che:

Con il termine di "pseudomorfosi storica" mi propongo di designare quei casi in cui la vecchia cultura aliena è talmente presente nel territorio, che la giovane cultura, nata in questa terra, non è in grado di riprendere fiato e fallisce non solo nel raggiungere un'espressione pura e una forma specifica, ma anche nello sviluppare una propria piena autocoscienza.

Tutto ciò che scaturisce dalle profondità dell'anima giovane viene gettato nei vecchi stampi; i giovani sentimenti si irrigidiscono in opere senili e anziché elevarsi al proprio potere creativo, possono solo odiare il potere lontano con un odio che cresce fino a essere mostruoso.

(Ibid.)

La Russia è l'esempio della "pseudomorfosi storica" offerta da Spengler, come "si presenta oggi ai nostri occhi".

Una dicotomia che è esistita per secoli, a cominciare da Pietro il Grande, coi tentativi di imporre la patina occidentale alla Russia. Questo viene chiamato Pietrinismo. La resistenza a questi tentativi è ciò che Spengler chiamò la "Vecchia Russia". Spengler, 1971, II, 192).

Spengler descrive così questa dicotomia:

... Questo periodo moscovita delle grandi famiglie Boya e dei Patriarchi, in cui un elemento costante è la resistenza del partito della Vecchia Russia verso gli amici della cultura occidentale, venne seguito, dalla fondazione di Pietroburgo nel 1703, dalla pseudomorfosi che costrinse la primitiva anima russa a stare in uno stampo alieno, prima del periodo Barocco, dell'Illuminismo e quindi del diciannovesimo secolo.

(Ibid., II, pagina 192)

La visione di Spengler è di nuovo in accordo con il motto la Russia ai Russi. Nikolai Berdyaev scrisse usando parole simili a quelle di Spengler:

L'incoerenza e la complessità dell'anima russa possono essere dovute al fatto che in Russia le due correnti orientale e occidentale della storia del mondo si spintonano e si influenzano a vicenda.

Il popolo russo non è puramente europeo e non è puramente asiatico. La Russia è una sezione completa del mondo, un colossale est-ovest.

Unisce due mondi. Nell'anima russa ci sono due principi che son sempre in conflitto tra loro: l'orientale e l'occidentale.

(Berdyaev, 1)

Con l'orientamento della politica russa verso l'Occidente, la "Vecchia Russia" fu,

"costretta in una storia falsa e artificiale."

(Spengler, II, 193)

Spengler scrisse che la Russia fu dominata dalla cultura occidentale fin dalla sua "tarda" epoca:

Durante l'ultimo periodo furono introdotte le arti e le scienze, l'illuminazione, l'etica sociale, il materialismo delle città del mondo, sebbene in questo periodo pre-culturale la religione fosse l'unica lingua con cui l'uomo comprendeva se stesso e il mondo.

Nella terra senza città e i suoi contadini primitivi, le città di tipo alieno crebbero come ulcere: false, innaturali, poco convincenti. 'Pietroburgo', dice Dostoevskij,

'è la città più astratta e artificiale del mondo'.

Dopodiché, tutto ciò che nacque intorno a essa fu visto dai veri Russi come una bugia e un veleno.

Un vero e proprio odio apocalittico venne diretto sull'Europa, e "l'Europa" era tutto ciò che non era la Russia...

'La prima condizione di emancipazione dell'anima russa', scrisse Aksakov nel 1863 a Dostoevskij, 'è che dovrebbe odiare Pietroburgo con tutta la forza e tutta la sua anima'.

Mosca è Santa, Pietroburgo è Satanica.

Una diffusa leggenda popolare presenta Pietro il Grande come l'Anticristo.
(Spengler, 1971, II, 193)

Anche Berdyaev parla dell'introduzione delle dottrine illuministiche provenienti dalla Francia per la Russia:

La cultura occidentale della Russia nel diciottesimo secolo era solo un prestito e una superficiale imitazione aristocratica. Il pensiero indipendente non si era ancora risvegliato.

All'inizio furono le influenze francesi che prevalsero tra noi e venne assimilata la filosofia superficiale dell'illuminismo. Gli aristocratici russi del diciottesimo secolo assorbirono la cultura occidentale attraverso un miserabile rimaneggiamento di Voltaire.

(Berdyaev, 16)

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Note

  1. Ivan Sergyeyevich Aksakov (1823-1886), fu un leader pan-slavo che fondò a Mosca il gruppo "Slavophil" per riportare la Russia alla sua cultura pre-Pietrina.
     

  2. Servizio ortodosso per i malati.
     

  3. Maria.

 



Riferimenti

  • Berdyaev, Nikolai. The Russian Idea, MacMillan Co., New York, 1948

  • Brandenberger, D. National Bolshevism: Stalinist culture and the Formation of Modern Russian National Identity 1931-1956. Harvard University Press, Massachusetts, 2002.

  • Brothers, Barbara J. Psychiatry Today, 1 January 1993, http://www.psychologytoday.com/articles/199301/russia-soul

  • Chumachenko, T.A. Church and State in Soviet Russia, M. E. Sharpe Inc., New York, 2002.

  • Cournos, H. 'Introduction', N V Gogol, Taras Bulba & Other Tales, 1842, http://www.gutenberg.org/files/1197/1197-h/1197-h.htm

  • Dostoevsky, Fyodor. The Brothers Karamazov, 1880

  • Dostoevsky, Fyodor. The Possessed, Oxford University Press, 1992.

  • Kernback, S. 'Unconventional research in USSR and Russia: short overview, 2013,http://arxiv.org/pdf/1312.1148.pdf

  • Russia before the Second Coming, Svyato-Troitskaya Sergiyeva Lavra Monastery, p. 239; Archbishop Alypy, 'My thoughts about the Declaration of 1927', 2 February 2005, http://www.stjamesok.org/ArbpAlypyBIO.htm

  • Spengler, Oswald. Prussian and Socialism, 1919.

  • Spengler, Oswald 'The Two Faces of Russia and Germany's Eastern Problems', Politische Schriften, Munich, 14 February, 1922.

  • Spengler, Oswald. The Hour of Decision, Alfred A Knopf, New York, 1963.

  • Spengler, Oswald. The Decline of The West, George Allen & Unwin, London, 1971.

  • Trotsky, Leon. The Revolution Betrayed: what is the Soviet Union and where is it going?, 1936.

  • Voices from Russia, 15 January 2008, http://02varvara.wordpress.com/2008/01/15/the-wonderworking-icon-of-kaza...