di Dan Eden 2009 daViewZone Website traduzione di Nicoletta Marino
Sono stati sempre lì. La gente li aveva notati da prima, ma nessuno poteva ricordare chi li aveva fatti - o perché - fino a poco tempo fa, nessuno sapeva quanti ce n’erano. Adesso sono dappertutto - centinaia - no, centinaia di migliaia!
E la storia che raccontano, è la storia più importante dell’umanità. Ma è quella che non siamo preparati a sentire.
In un’area del Sud Africa, 150 miglia all’interno, a ovest del porto di Maputo, è stato scoperto qualcosa di sorprendente. Si tratta di resti di un’enorme metropoli che misura, salvo conferma, circa 1500 metri quadrati.
E’ una parte di una comunità più grande di circa 10.000 metri quadrati e sembra sia stata costruita - siete pronti? - tra il 160.000-200.000 a.C.!
L’immagine qui sopra riportata è una veduta ristretta a poche centinaia di metri del territorio presa da Google Earth.
La regione è abbastanza remota e i “cerchi” sono stati spesso trovati da agricoltori locali che ritengono fossero stati fatti da gente indigena in passato. Ma stranamente, nessuno si è mai preso la briga di ricercare chi li avrebbe fatti o quanto erano antichi.
Le cose cambiano quando il ricercatore e autore, Michael Tellinger , insieme a Johan Heine un pompiere pilota locale che aveva visto queste rovine con i propri occhi sorvolando la regione.
Heine ebbe l’unico vantaggio di vedere il numero e l’estensione di queste strane fondamenta di pietra e seppe che il loro significato non era stato preso nella giusta considerazione.
Il sito del ritrovamento
L’area è importante per una cosa notevole - oro.
Tellinger afferma che,
Per visualizzare il numero e la portata di queste rovine, vi suggerisco di usare Google-Earth e cominciare dalle seguenti coordinate:
Poi fate una ricerca nell’area formata da questo rettangolo. Sorprendente!
L’oro giocò un certo ruolo sulla densa popolazione che ci viveva allora? Il sito è a circa 150 miglia da un ottimo porto, dove il traffico marittimo avrebbe aiutato l’esistenza di una così grande popolazione. Ma ricordiamoci - stiamo parlando di circa 200.000 anni fa!
Le rovine (vedi sotto) sono costituite per la maggior parte da cerchi di pietra.
Molte sono seppellite sotto la sabbia e si possono osservare solo dal satellite o dall’aereo.
Alcune sono emerse quando il cambiamento climatico ha portato via la sabbia, rivelando le pareti e le fondamenta.
Una storia ricca e diversa
Quando gli esploratori incontrarono per la prima volta queste rovine, essi pensarono di essere di fronte a dei recinti per bestiame fatti dalle tribù nomadi, tipo i Bantu, quando si spostarono verso sud e si stanziarono attorno al 13° secolo.
Non c’è nessun’altra documentazione di una qualsiasi antica civiltà capace di costruire per una comunità densamente popolata. Pochi sforzi sono stati fatti per fare ricerche sul sito perché lo scopo delle rovine non era conosciuto appieno.
Negli ultimi vent’anni, persone come Cyril Hromnik, Richard Wade, Johan Heine e pochi altri, hanno scoperto che queste strutture di pietra non sono quello che sembrano essere.
Infatti, adesso si crede che siano le rovine di antichi templi e osservatori astronomici di queste perdute antiche civiltà che risalgono a molte migliaia di anni.
Queste rovine circolari sono sparse in una grande area. Esse possono essere veramente apprezzate dall’alto o con moderne immagini satellitari.
Molte di loro sono completamente erose o sono state coperte dal movimento del suolo dai contadini o dal tempo. Alcune sono sopravvissute bene tanto da rivelare la loro grande dimensione (vedi sotto) con delle pareti originarie alte cinque piedi e larghe più di un metro, ancora in piedi.
Guardando l’intera metropoli, sembra ovvio che fu una comunità ben pianificata, sviluppata da una civiltà di livello evoluto. Il numero delle miniere d’oro indica la ragione per la quale la comunità fosse in questo luogo.
Abbiamo trovato strade - alcune si estendevano per centinaia di miglia - che mettevano in comunicazione la comunità e la zona agricola terrazzata, molto simili a quelle trovate presso gli insediamenti Inca in Perù.
Ma una risposta porta a un’altra domanda: com’è stato realizzato da esseri umani 200.000 anni fa?
Un esempio di quello che vedrete su google-earth
Questo è quanto vedrete su google-earth a 25 37'40.90"S / 30 17'57.41E [A].
Stiamo guardando da un’altitudine di 357 metri.
Questa non è una location speciale; abbiamo scelto a caso una parte nella zona prima descritta.
Dappertutto si vedono reperti e vi esorto a cercare l’area con questa grande tecnologia che è Internet.
Le strutture in pietra circolari sono ovvie da questa veduta, anche se non possono essere visibili da terra. Notate che ci sono molte strade lunghe [B] che collegano gruppi di strutture circolari. Se zummate e seguite queste “strade”, vedrete che si snodano per molte miglia.
Il fatto è che possiamo vedere queste strutture principalmente perché l’erosione naturale ha spazzato via sporco e detriti che li hanno ricoperti per migliaia di anni. Una volta esposte al vento, le rocce sonostate ripulite e possono apparire ingannevolmente nuove.
Se guardate da vicino a prima vista sembra essere una landa desolata [C], noterete dei cerchi sottili che indicano la presenza di più abitazioni sotto la superficie. In realtà l’intera area è piena di queste strutture e di strade di collegamento.
Perché nessuno li ha mai notati?
Come è stato datato il sito
Una volta esaminate le rovine, I ricercatori erano ansiosi di piazzare la civiltà perduta in una prospettiva storica.
Le rocce erano coperte da una patina che sembrava molto antica, ma non c’erano elementi sufficienti per la prova del carbonio 14. Fu allora che una scoperta casuale rivelò l’età del sito ed ha fatto rabbrividire gli archeologi e gli storici!
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