di Gene D. Matlock
19 giugno 2002
dal Sito Web
ViewZone
traduzione
di
Nicoletta Marino
Versione originale
Versione in Spagnolo
Un antico proverbio dice:
“Tutti amano un mistero”.
Sfortunatamente, il rapido sviluppo dei computer che mette in
comunicazione tutti e la conoscenza acquisita in una vasta rete, sta
facendo sì che i misteri siano tanto scarsi quanto i denti di una
gallina.
In diverse parti del mondo, similitudini tra le lingue e le culture
stanno diventando sempre più evidenti.
Durante il 17° secolo, il famoso orientalista Edward Pococke notò una
similitudine preoccupante tra il greco classico ed il sanscrito. Nel
suo libro “L’India in Grecia” dimostrò che quasi tutti i nomi dei
luoghi e le tribù dei Greci corrispondevano verosimilmente a quelli
del nord dell’India, specialmente in Afganistan.
Nel 18° secolo l’erudito inglese William Jones scoperse la
similitudine tra il sanscrito e molte lingue europee comprese il
greco ed il latino.
Anche Godfrey Higgins ha appoggiato il suo punto di vista nella sua
opera in due volumi Anacalypsis. Altri famosi linguisti
dell’epoca,compresi loro, due arrivarono alla conclusione che
l’umanità non africanoide con tutta probabilità aveva le sue origini
in India, nel vicino Oriente e in Siberia.
Questi eruditi del 17 e 18° secolo furono capaci di dimostrare che i
nomi dei luoghi, delle tribù e quelli religiosi tendono a rimanere
uguali e non ha importanza in quali diversi luoghi della terra si
stabilissero le tribù.
Nella decade del 1900 gli studiosi messicani dissero che la lingua
náhuatl deriva dal sanscrito. Anche la parola nahua deriva dalla
parola sanscrita marinaio: ”Nava o Navja; come i loro fratelli
tedeschi in Germania, anche gli Olmechi potevano pronunciare la “V”
solo come “W”.
Più tardi nel secolo 20, con l’affermazione dell’etnocentrismo,
molti studiosi tentarono di screditare i pionieri della linguistica
del 17 e 18 secolo affermando che non è dimostrabile che le parole
di una lingua che suonano simili siano relazionabili e che hanno
significati anche simili in altre lingue.
Crearono così una pseudo scienza:”la linguistica storica”.
Durante quasi tutta la metà del 20 secolo, questi linguisti storici
influenzarono le menti degli storici e degli archeologi, per il
diletto di quei “nobili selvaggi” che si compiacevano di pensare che
le loro etnie e culture fossero quelle “originarie”.
Era di moda il fatto di non-diffusionismo.
Il diffusionismo non lo era. I
seguaci del diffusionismo erano etichettati come seguaci di
pregiudizi razziali che volevano screditare i “nobili selvaggi”.
Ma non tutti i nobili selvaggi erano dalla loro parte e cominciarono
a sentirsi esclusi dalla razza umana.
Alcuni iniziarono a domandare:
”Forse mi sono evoluto a partire dalla
scimmia completamente diversa dallo
scimpanzé bonomo da cui discende tutto
il resto dell’umanità?”
Il sospetto che forse in qualche modo non avessero un’origine comune
con altri esseri umani, portò molti a bere e verso la perdizione.
Grazie alla comprensione della cultura che è sempre più ampia nel
mondo, gli archeologi ed i linguisti stanno concludendo che
dopotutto gli uomini come Edward Pococke, William Jones e
Higgins Godfrey avevano ragione.
I linguisti storici e gli archeologi seguaci della teoria del
non-diffusionismo stanno iniziando ad andare in pensione o a cambiare
professione.
Gli Olmechi - Prova di divulgazione?
Una superstizione prediletta dai non-diffusionisti dai linguisti
storici è il mistero dell’origine degli Olmechi.
Sembra che non si rendano conto delle quasi esatte similitudini tra
gli antichi popoli dell’Uzbekistan, Pakistan, Cashmnire, Rajasitan,
etc. una parte dell’india chiamata
Sivapuri e gli Olmechi della
Mesoamerica. Non posso comprendere o simpatizzare con questo tipo di
mancanza di coscienza.
Nell’antica India del Nord, ha vissuto un saggio religioso e
politico conosciuto come Ma-gul o Ul-mag, che significa “il
grande UI Dio”. Le sillabe erano intercambiabili.
Furono chiamati anche Eu-lama o Eu-rama (Aram), secondo le
capacità delle varie tribù di pronunciare “R” e “L” Eu = “Grande”.
Rama/Dalai = “Sommo Sacerdote”.
Anche oggi, tra i musulmani, un Ulama o Ulema è un erudito religioso
e un capo. C’era anche una antica nazione del vicino Oriente
chiamata Elam.
Questi emeriti eruditi sacerdoti furono chiamati anche, Ul-man, Olman o UL-Manu, che significa “sovrani divinizzati della Terra”.
Quando queste razze non africanoidi dell’umanità uscirono dall’India
per raggiungere altre parti del mondo, gli Ul-mag continuarono a
chiamarsi Alleman (tedeschi), arameo in Aramaico e Olman, UlmakuOlmek
nel Messico antico. E’ importante dire che i commercianti, marinai
Fenici avevano molti nomi, uno dei quali era Aram (arameo).
Gli Indios Huicole di Nayarit, Messico, chiamano il porto di San
BlasAramara, in onore del porto dell’India che lasciarono per
intraprendere il loro viaggio verso l’America. Questo potrebbe
indicare il nome degli Nahua?
La Bibbia dice che Salomone importò alberi di sandalo dalla Sophir,
che era parte della costa nord est dell’India: Sauvira. Gli studiosi
non dicono che l’Almug (il sandalo) era il vero albero di sandalo,
non sto obiettando su questo punto, ma mi domando perché gli Olmechi
chiamarono l’albero della gomma albero Ulama (k).
Un nome sanscrito per una particolare linfa vischiosa è Uri. Gli
Olmechi chiamavano la linfa del loro albero Ulama (k), Olli/Ulli.
L’Olli fu considerata una sostanza vitale sacra, come il sangue.
Frequentemente Olli suonava come Ollin, perché il popolo che parlava
il Nahua tende a nasalizzare l’ultima sillaba.
Come ho già detto, gli Olmechi probabilmente potevano pronunciare la
“R” solo come “L”.
La doppia “LL” spagnola è considerata una lettera a parte, il cui
suono è “gl”, secondo il dialetto che si parla. Per esempio, gli
argentini pronunciano la “Y” come la vocale, come “J”.
Per questa ragione, ciò che gli antichi Ul-Mag o Mo-gul
dell’afganistan chiamavano URJ, gli Olmechi lo pronunciavano Olji /
Ulji.
Ulama - il gioco della palla della vita e della morte.
Gli Olmechi facevano un tipo di gioco a palla sacro che si chiamava
Ulama, come il loro albero sacro.
Questo gioco del pallone sacro era giocato da tutti gli Indiani del
sud est degli Stati Uniti, fino alle frontiere della stessa America
del sud.
Per questa ed altre ragioni, da molto tempo ho pensato che gli
Olmechi furono i primi a popolare il sud est degli Stati Uniti dove
erano conosciuti con il nome di Hohokam e O’odham, come lo scrivo
nel mio libro, De Khyber (Kheeber) paso a Gran Quivira (Kheevira),
NM e Baboquivari, AZ - Quando l’India governava il mondo.
Ulama era
conosciuto come “Il gioco della Vita e della Morte.”.
Si giocava durante le cerimonie e simboleggiava la creazione del
mondo e la lotta per la supremazia tra le forze del bene e del male,
del giorno e della notte, della vita e della morte.
Il gioco era così sacro che coloro che perdevano erano decapitati.
Le rovine di uno degli antichi terreni di gioco della palla
dell’antico Hohokam del sud est si possono vedere nel sito
archeologico vicino alla Grande Casa in Arizona.
La
civiltà Hohokam, come pure i suoi edifici, era veramente
splendida, con grandi costruzioni di fango a vari piani, bacini
artificiali, canali e campi di mais, fave e zucche. I suoi edifici
già da molto tempo si sono fusi nuovamente con la terra; i suoi
laghi e canali si sono interrati nella sabbia del deserto.
Gli
archeologi dell’Arizona mi dicono che le rovine di Hohokam esistono
nel sud dell’Arizona, ma generalmente le interrano di nuovo dopo
averle scavate ed esaminate. Visto che l’Ulama non era un gioco come
tanti altri, gli Spagnoli lo proibirono dopo la conquista. I padri
spagnoli, però, sia al centro che al nord del Messico e al sud est
degli Stati Uniti fecero in modo che si mantenesse come uno sport
tradizionale.
Il gioco perse la sua popolarità gradualmente, ma continua ad essere
il gioco favorito da molti indiani contadini meticci al centro e nel
nord del Messico. I turisti che vanno in Messico possono vederlo
giocare nei paesini vicini a Mazatlan, per esempio a
Escuinapa.
Ultimamente, l’Ulama sta diventando più popolare, sembra che sarà
uno degli sport nazionali favoriti del Messico.
Altre evidenze del Contatto Asia
- America
Antiche Piramidi Scoperte in Uzbekistan
(Pravda, 19 giugno 2002)
Una spedizione di archeologi russi e uzbeki, ha scoperto diverse
antiche piramidi in Uzbekistan.
Secondo gli scienziati, queste costruzioni alte 15 metri, possono
avere almeno 2.700 anni. Le antiche piramidi sono state scoperte in
una remota area di montagna, nelle regioni del Kashkadaryin e di
Samarcanda, nel sud del paese, stando alla BBC che cita la Pravda.
Gli archeologi affermano che le piramidi ritrovate sono simili a
quelle di Giza in Egitto; però, a differenza di quelle, le piramidi
dell’Uzbekistan hanno una superficie piana, simile a quelle che si
trovano nell’America centrale. Secondo gli esperti, per la loro
lontananza, in epoche posteriori queste piramidi non furono
trasportate pezzo per pezzo per servire come materiale da
costruzione.
Secondo gli archeologi, se le costruzioni sono vere piramidi, questa
scoperta diventa molto importante giacché niente di tutto questo è
stato scoperto mai in questa area.
Il compito degli scienziati quindi è stabilire una cronologia ed
esaminare culture locali conosciute, per determinare gli effetti di
queste costruzioni, di tombe, templi o di qualsiasi altra cosa.
Le mura dell’antica Khiva [foto], Uzbekistan,
una delle città vive più antiche della Terra.
Come gli edifici degli Indios del sud est americano, le pareti di
Khiva ed i suoi edifici sono fatti di fango con degli addobbi dove
appaiono anche alcuni tipi
architettura Pueblo del sudest.
Ho evidenziato molti fattori per cui secondo me gli Olmechi erano di
Sivapuri.
Sarebbe bene che i seguaci della non divulgazione ed i linguisti
storici mi mostrassero dove mi sono sbagliato!
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