02 Ottobre 2014

Dal sito web GazzettaDelApocalipsis

traduzione di Nicoletta Marino

Versione originale

 

 

 

 

 

 

 

Alla maggior parte di noi si riempie la bocca quando diciamo "siamo pacifisti".

 

Diciamo a noi stessi che "aborriamo la violenza" e che qualsiasi lotta intraprenderemo sarà sempre di natura "estremamente pacifica". Così riempiamo le piazze e le strade quando manifestiamo, convinti che siamo la cuspide dell'evoluzione umana e che siamo un esempio da seguire per tutti.

 

E una volta iniettataci questa autocompiacimento e superiorità morale, risolviamo il tema e non ci torniamo più sopra.

 

 

 

 

Forse, però, dovremmo essere un poco più coraggiosi.

 

Ed essere coraggiosi significa guardarsi allo specchio senza paura.

 

Dovremmo chiederci in tutta sincerità:

  • Siamo realmente così pacifici e pacifisti come vogliamo credere?

  • Cosa significa in realtà essere pacifico e pacifista?

Una persona pacifica è colei che non fa uso della violenza per raggiungere i suoi obiettivi.

 

Quindi, di per sé, stiamo dicendo che una persona pacifica o pacifista è chi ha la possibilità di agire con violenza ma decide di non farlo.

 

Stiamo parlando quindi di una scelta tra due opzioni diverse ed opposte.

  • E' proprio questo che succede nelle nostre vite?

  • Il fatto che ci definiamo pacifici o pacifisti vuol dire che abbiamo rinunciato a usare la violenza?

  • O forse quello che succede realmente è che non abbiamo nessuna scelta?

 

 

 

Perché questa è la realtà che nessuno vuole affrontare.

 

Ci riempiamo la bocca con la parola "pacifismo" o con l'espressione "lotta pacifica", ma non possiamo scegliere. Lo siamo perché non ci rimane altro da fare.

 

Una persona autenticamente pacifista è quella che può agire violentemente e lo fa, causando un gran danno, ma che rinuncia a farlo e sceglie di non utilizzare quelle capacità.

 

 

 

 

Per esempio, una persona forte che entra in una rissa e conosce abbastanza le arti marziali tanto da rompervi un braccio, ma rinuncia alla lotta.

 

Questa è una persona pacifica. Ha due opzioni diverse e ne sceglie una. Quando, invece, una persona debole e incapace di utilizzare la violenza per trarne benefici e rifugge da una lotta, non può sapere se è realmente pacifico o no.

 

Che farebbe se avesse la forza sufficiente e fosse armato? Lì si metterebbe alla prova chi è realmente.

 

 

Un grande paradosso:

solo una persona come Rambo ptrebbe qualificarsi pacifico o pacifista

a ragion veduta e consapevolmente.

 

 

Siamo quindi sinceri con noi stessi e chiamiamo le cose con il loro nome.

 

Quando usciamo a manifestare per la strada contro gli abusi del Governo e riempiamo le piazze con i manifesti, fischi e canti, non possiamo qualificarci pomposamente come "lottatori pacifici". E sarebbe vero solo se nel nostro armadio avessimo un Kalashnikov e rinunciassimo a usarlo.

 

I difensori "dell'attivismo pacifico" dovrebbero domandarsi:

  • Abbiamo armi in casa?

  • Sappiamo usarle?

  • In caso di uno scontro corpo a corpo potremmo danneggiarli gravemente?

  • Se non siamo d'accordo con i nostri governanti o oppositori, abbiamo la possibilità di tirargli una bomba o sparare loro?

La risposta è NO.

 

Non sappiamo quindi se siamo realmente pacifici o pacifisti.

 

Siamo solo una massa di persone impotenti che parlano di uso di violenza e che non hanno altra scelta senon quella di dimostrarsi pacifici.

 

 

 

 

Una manifestazione pacifica non è in realtà una dimostrazione di forza, ma di impotenza.

 

E abbiamo deciso di nascondere a noi stessi questa terribile impotenza, avvolgendoci in un alone di superiorità morale, mediante un meccanismo psicologico di sostituzione: abbiamo solo cambiato l'etichetta e abbiamo smesso di chiamarla "impotenza" e deciso di chiamarla "attitudine pacifica".

 

Questo è "ingannarsi da soli" ed essere ipocrita…

 

Questo auto inganno ha un solo aspetto positivo:

nella nostra mente abbiamo trasformato un sentimento negativo di debolezza in una forza, come una maniglia a cui aggrapparci.

In fondo poco importa, perché tutta la  nostra attitudine si basa su una falsità che ci sussurriamo da soli.

 

E' come se un uomo affermasse con orgoglio che "è fedele alla sua donna perché non si va a letto con la prima ragazza bella che gli si para davanti". Nella maggior parte dei casi quello che realmente succede è che le belle ragazze non lo vedono nemmeno.

 

Se fosse costantemente circondato da donne tentatrici e desiderose di stare con lui, allora sì potrebbe mettere a prova la sua fedeltà e parlare con cognizione di causa.

 

 

 

 

Con la "lotta pacifica" succede lo stesso.

 

Visto che sta diventando un'abitudine, molta gente interpreterà male il significato di questo articolo e penserà che sosteniamo la violenza o la lotta armata.

Invece non è così.

 

Questo articolo non parla di violenza, ma di ipocrisia e falsità.

 

Tutti vorremmo creare un mondo migliore, più giusto e dove regni la pace.

  • Lo avremmo forse cambiando il nome alle cose ,utilizzando sotterfugi e chiudendo gli occhi sulle nostre miserie?

  • Cosa dobbiamo fare?

  • Creare una realtà che si basa sulla più dolce ipocrisia o basarla una volta per tutte sulla verità anche se è amara?