28 Gennaio 2018

dal Sito Web PijamaSurf

traduzione di Nicoletta Marino

Versione originale in spagnolo

 

 

 

 

 

 

 

Secondo le tradizioni spirituali,

quando l'essere umano fa silenzio

e entra in uno stato di contemplazione,

questo gli consente di entrare in comunicazione con il cosmo

ed entrare in uno stato di beatitudine e unità

 

 

 

L'essere umano percepisce se stesso come separato dal mondo e questo gli deriva dalla sua sofferenza.

 

E in effetti, molte tradizioni spirituali insegnano che tale separazione - una caduta verso uno stato di solitudine e sconcerto - è una illusione poiché l'unione iniziale è indivisibile.

 

Visto che l'essere umano ha coscienza e intelligenza è partecipe di quello che origina l'universo e sostiene la sua evoluzione o manifestazione.

 

Sia Platone siache i dottori della Chiesa concordano che il mondo fu creato con l'intelletto che è anche la facoltà più elevata dell'anima umana.

"Un ordine naturale è quello in cui il suo punto più alto di quello inferiore sta in contatto con il punto più basso di quello superiore" afferma il più orientale dei mistici occidentali: MeisterEckart.

La parte più elevata dell'uomo è collegata all'intelligenza universale o divina - esiste la comunicazione.

 

Soli in un vasto mondo, gli esseri umani pone i suoi interrogativi, gli aneliti o preghiere al cosmo in cerca di una risposta, di un significato.

 

La maggior parte delle persone cercano di rifiutare quella frase di Sartre che dice che la natura è muta.

 

Crediamo che l'universo ha un senso ed è vivo e quindi risponde ai nostri atti, parole e sentimento. Crediamo che dentro di noi esiste anche quella vastità spaziale che possiamo vedere con un telescopio come quello di Hubble - e che se l'universo esiste dentro di noi, allora possiamo conoscerlo e comunicare con lui guardando dentro di noi, facendo silenzio e osservando.

 

Eckhartvon Hochheim afferma:

Prendete nota: Chi vuole ascoltare Dio che parla, deve diventare sordo e lascir perdere tutto il resto.

 

Questo è quanto ci dice Sant'Agostino nel quarto libro delle sue Confessioni:

"Anima mia, non essere stupida,e fai sì che l'ascolto del tuo cuore si muti in sordità per il tumulto delle tue pene…

 

Se il tumulto delle carni è silenzioso per le persone e l'anima pure è silenziosa, se rivelazioni immaginarie, ogni lingua, ogni segno, e tutte le cose che sono transitorie sono silenziate… allora egli stesso può parlare attraverso di lui in modo da poter ascoltare la sua Parola".

 

"La porterei nel deserto e lì parlerei al suo cuore".

(Oseas 2:14)

Questa nozione che il silenzio, poiché ha messo a tacere i sentimenti e i desideri mondani, facendo in modo che questa notte oscura dell'anima, si può ascoltare e unirsi a Dio o con l'assoluto, è qualcosa comune a tutte le tradizioni spirituali e trascende anche il teismo.

 

Per esempio,anche nel buddismo zen o in quello tibetano, dove non esiste un dio creatore, si realizza questa specie di comunione con la propria natura che brilla nel silenzio e che è il Buddha stesso o l'essere libero dalla sofferenza che si trova aldilà del cambiamento.

 

Tutto questo è anche ciò che possiamo chiamare, secondo Jung, "sincronismo", la sincronia o sintonia tra la psiche e il mondo.

 

 

 

 

Sant'Agostino spiega poeticamente come la natura risponde al richiamo di una persona con il linguaggio della bellezza:

Ho domandato alla terra…al mare e alle profondità… al cielo, al sole, alla luna e alle stelle…

 

Il mio chiedere fu la mia contemplazionee la sua risposta fu la sua bellezza.

 

Non cambiano le sue voci, quella è la loro bellezza, se una persona se una persona sta lì per vedere e un'altra per vedere e domandare…La bellezza appare per tutti allo stesso modo, però è silente per la prima e parla con l'altra…

 

Lo comprendono coloro che paragonano la voce ricevuta fuori con la verità che giace dentro.

Questo passaggio è altamente profondo.

 

Evoca per noi che la natura è uno specchio che riflette la nostra intelligenza e il nostro aspetto esistenziale.

 

Però questo diventa chiaro solo quando lapersona entra in uno stato contemplativo quando è capace di vedere senza che il pensiero e il desiderio contaminano la sua visione, quando parla e chiede con il cuore.

 

La natura (o l'universo) risponde secondo la domanda che poniamo; a colui che contempla in silenzio, risponde con la bellezza silenziosa come dice l'arte zen.

 

A chi domanda, la natura parla, ma para anche la bellezza con il linguaggio degli uccelli, con la musica del vento e dei fiumi, con la luce stessa del Sole che è quella verità che giace anche dentro.

 

E nel profondo, l'anima che contempla in silenzio può ricevere la parola di Dio:

può capire che tutto è una parola, le montagne e le valli stesse, gli animali e quell'istante suo sono le manifestazioni del Logos (l'ordine universale).

Perché, come dice Eckhart, Dio parla una volta e ciò che dice sono il cielo e la terra.

 

L'universo crea se stesso sempree ci sta rivelando questa creazione.

 

Se solo avessimogliocchi per vedere, le orecchie per ascoltare…