di Alessandro Fiorani
Giugno 02, 2020
dal Sitio Web YouTube

Informazione inviata da NM


 

 

Alberto Zangrillo


 

Coronavirus, Zangrillo:

"Non sono pentito di quanto detto, sono rinfrancato dalla forza della verità. Io molto più scienziato di tanti altri" Coronavirus, il caso Zangrillo e "il virus che clinicamente non esiste più".

 

Le spiegazioni della scienza: dalla carica virale ridotta al cambio di politica sui tampon.


"Non sono assolutamente pentito di quello che ho detto, ma sono rinfrancato dalla forza della verità, perché, come maliziosamente qualche testata mi titola e sottotitola, io non ho affermato che il virus è scomparso.

 

Non sono assolutamente persuaso del fatto che il virus sia scomparso, anzi sono certo che sia ancora tra di noi, però ci sono anche tanti virus.

 

Io ho detto testualmente che il virus è clinicamente scomparso. Chi omette l'avverbio 'clinicamente' per farmi del male, fa male a se stesso".

 

Sono le parole pronunciate ai microfoni di "Uno, nessuno, 100 Milan" (Radio24) da Alberto Zangrillo, direttore delle Unità di anestesia e rianimazione generale e cardio-toraco-vascolare dell'Irccs ospedale San Raffaele di Milano, cheieri ha definito il coronavirus "clinicamente scomparso".

E aggiunge:

"L'osservazione clinica dice che non ci sono più malati covid gravi.

 

Ed è una notizia che dovrebbe essere accolta con grandissima gioia da parte di tutti.

 

E' chiaro che non invito affatto giovani a festeggiare in piazza senza mascherina, abbracciandosi e sbaciucchiandosi.

 

Come ho sempre detto, invito tutti alla prudenza e a seguire quelle norme di buon senso che ci porteranno sicuramente nel giro di un mese a dimenticarci del dramma che abbiamo vissuto.

 

E dico sempre queste cose con un retropensiero molto doloroso a tutte le persone che non ce l'hanno fatta e a tutti i loro congiunti. Questo lo dico veramente con molta forza e fermezza".


Sulle polemiche esplose per le sue dichiarazioni, puntualizza:

 

"Ci sono state reazioni del mondo scientifico alle mie parole? Io faccio parte del mondo scientifico. La mia università è il mondo scientifico. Il ranking della mia università è il primo ranking a livello nazionale.

 

Non è che siamo a Roccacannuccia. C'è una cosa fastidiosa e un po' suggestiva nel nostro Paese: sembra quasi che i clinici siano da una parte e gli scienziati dall'altra.

 

Allora ci dobbiamo intendere sulla qualifica di scienziato, perché se andiamo a vedere i parametri - continua - io sono molto più scienziato di tanti autoproclamati scienziati, anche facenti parte del comitato scientifico.

 

In Italia e nel mondo per essere scienziati bisogna produrre scientificamente e la produzione scientifica ha dei parametri molto precisi, che sono visibili a tutti.

 

Basta andare sui motori di ricerca o consultare le librerie internazionali e si vede cosa ha prodotto scientificamente Zangrillo rispetto a Mario Rossi.

 

E poi alla fine, se si vuole, facciamo la classifica".

Zangrillo chiosa:

"E' vero, i cittadini sono un po' disorientati per queste polemiche.

 

Io dal primo momento, cioè dal 22 febbraio, e nelle settimane successive in cui ho vissuto un dramma personale, ero, e sono tuttora, estremamente infastidito dall'enunciazione dei numeri, perché i numeri in qualche modo spaventano e terrorizzano.

 

Ho sempre trattato gli italiani come persone con la testa sulle spalle. E lo hanno dimostrato.

 

Agli italiani ora va raccontata la verità - conclude - e cioè che ne stiamo uscendo e che bisogna continuare ad applicare le norme di buon senso.

 

A qualcuno forse fa comodo pensare che il virus tornerà più minaccioso di prima.

 

Io spero di no, ma gli italiani devono sapere la verità, altrimenti facciamo la figura degli untori, non ci vuole la Grecia, la Sardegna chiude i confini regionali e così via".


 


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