dal Sito Web
IlDigitale
presidente degli Stati Uniti d'America.
Il conflitto USA-Iran, l'epidemia in Cina, gli interessi internazionali sull'Africa, la mediazione europea:
cosa è successo
nel mondo a gennaio.
1. USA - Iran: venti di guerra, ma gli studenti chiedono pace Il primo vento dell'anno è, purtroppo, un vento di guerra:
La reazione iraniana non tarda ad arrivare:
In questo "teatrino" di pre-guerra mondiale interviene l'Europa che calma le acque e riporta i toni bellici a toni maturi, mai quanto quelli degli studenti iraniani che non hanno voluto calpestare le bandiere USA e Israeliana durante una protesta, dando una grande lezione di civiltà ai grandi della terra.
Moltissime le interpretazioni di questo gesto di Trump che più tardi fa finta di dimenticare, scagliandosi contro Bolton, un guerrafondaio che, dice, gli "fa paura", e a ben donde, visto che l'ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale, da lui nominato e poi licenziato, ha in mano la chiave dell'impeachment ai suoi danni:
2. Cina, divisa tra investimenti ed epidemie
Nel frattempo il presidente è "impicciato" in altri affari, spadroneggiando su mari e su terre, minacciando e imponendo sanzioni, dazi e accordi vantaggiosi solo per gli USA.
Si intromette nelle questioni di altri,
...finché la Cina non si vede costretta a firmare un trattato per evitare i dazi e, subito dopo, a dover fronteggiare la pestilenza virulenta del Coronavirus.
Gli occhi, e non solo quelli, sull'Africa però ce li ha anche la Russia, che duella con la Cina.
Africa che invece vuole crescere e diventare unita, vuole liberarsi dei fastidiosi residui coloniali e adottare una moneta unica.
Macron intuisce, non perde tempo e ci pensa lui:
3. Quali sono i principali teatri di guerra?
Sono quindi questi tre - USA, Cina e Russia - i titani che si scontrano e creano vere e proprie placche in attrito anche su altri campi di conflitto, in cui si schierano chi con l'una, chi con l'altra parte, come in Yemen, in Siria, in Libia e in Medio Oriente, dove se non prendono parte attiva, comunque contribuiscono con appoggi di varia natura, incluse forniture di armi.
La guerra in Libia, in particolare, è diventata una guerra di altri:
L'Italia è preoccupata e chiede aiuto agli USA, tanto per aggiungere carne al fuoco, soprattutto per via del nodo dei migranti, per cui dal 2 febbraio il memorandum Italia-Libia sui migranti verrà ufficialmente prolungato per altri 3 anni e senza le modifiche promesse in questi mesi dal governo.
ONG criminalizzate, porti chiusi, decreti sicurezza, sulla rotta mediterranea è visibilmente diminuito il flusso migratorio, con due conseguenze:
4. Difendere i diritti umani, ora è l'unica via possibile
A questo punto viene da chiedersi cosa ne sia più della convenzione di Ginevra, dei Diritti Umani e di tutti gli altri accordi multilaterali che hanno sancito il diritto internazionale se il presidente di un paese decide indisturbato di bombardarne un altro, se i diritti di centinaia di migliaia di persone che hanno lasciato il proprio paese vengono violati.
Chi ne è più il garante?
Sembra di essere nel Far West, ora, Lo ha dimostrato il fallimento della COP25, la Conferenza sul clima.
Anche lo ha dimostrato il Foro Economico Mondiale a Davos, dove nonostante si sia parlato di necessità di un cambiamento del sistema economico per bloccare le emissioni di CO2,
...e che ha incoraggiato il pubblico del WEF a seguirlo, mentre ha cancellato i provvedimenti anti inquinamento di Obama.
Peccato che abbia ignorato che la crescita di cui parla è di solo l'1% della popolazione mondiale e che le piazze di tutto il mondo sono infiammate dalla ribellione globale al neoliberalismo.
5. Tra accordi e conflitti, il ruolo di mediazione dell'Europa
Per farsi perdonare, però, e per dimostrare che gli accordi multilaterali sono possibili se patrocinati da lui, ha partorito ben 181 pagine di un piano per la risoluzione dei conflitti in Medio Oriente, da lui stesso definito "l'accordo del secolo", che ha scatenato la furia di tutto il mondo musulmano, compreso Erdogan, il suo "caro amico" sul fronte siriano/curdo, che ora gli si è rivoltato contro e ha aspramente criticato i termini di accordo proposti, cogliendo l'occasione per esortare gli USA a consegnare gli F-35 dovuti.
Nel frattempo però, per conto loro, paradossalmente i ricchi paesi arabi del Golfo si stanno dando da fare per mettere in atto la rivoluzione energetica, che smacco...
E l'Europa in tutto questo?
Trovando da una parte unità nella stesura del Green Deal, che comunque ha i suoi nodi da sciogliere, dall'altra perdendo i pezzi: proprio da oggi, 31 gennaio 2020, entrerà in vigore la Brexit, dopo la ratifica del parlamento europeo e la firma della regina, anche se Scozia e Irlanda non ci stanno e vogliono proporre un nuovo referendum...
|