di Andrew Korybko 26 Gennaio 2019 dal Sito Web EurAsiaFuture traduzione di Nicoletta Marino
"NASAPEC" North American-South American Petroleum Exporting Countries nuovo Cartello Petrolifero degli Stati Uniti...
La cronaca predominante di Alt-Media secondo cui Washington vuole imporre un regime fantoccio pro statunitense in Venezuela per controllare tutto il petrolio del paese, non ha molto senso se consideriamo che già compra il 41% delle esportazioni totali della Repubblica di Bolivia.
Significa allora che è necessario dare un'altra spiegazione più nitida per rendersi conto di questo ragionamento riportato dalla cronaca.
La Comunità Alt-Media (media alternativi) è piena di commenti su come gli Stati Uniti vogliono imporre un regime fantoccio in Venezuela per controllare il petrolio del paese, ma tutto questo non ha molto senso perché compra già il 41% delle esportazioni totali della Repubblica Boliviana come dimostrato dal rendiconto esecutivo dell'Agenzia di Informazione sull'energia del commercio tra i due del 7 gennaio 2019.
Secondo il rapporto, gli Stati Uniti sono il principale cliente del Venezuela, mentre Venezuela è il terzo fornitore più grande di importazione di petrolio greggio degli Stati Uniti stando così le cose, Washington sta già ricevendo tutto ciò di cui ha bisogno da Caracas.
Vista questa dinamica ironica tra i due nemici geopolitici e ideologici, potremmo aspettarci che un giorno gli Stati Uniti avranno accesso anche alle risorse delle riserve di petrolio più grandi del mondo che si trova nella Fascia dell'Orinoco.
Una volta ancora la cronaca semplicistica contraddice il fatto che Washington sta combattendo questa guerra ibrida solo per il petrolio.
Certo è che la verità sta nel controllo del petrolio del Venezuela e motiva questo conflitto anche se non nella forma in cui è presentata.
Oltre a garantire il controllo geopolitico totale del Bacino dei Caraibi e il socialismo di confronto ideologico, gli Stati Uniti desiderano ottenere un'influenza predominante sul Venezuela per incorporarlo in una struttura parallela simile all'OPEP per sfidare l'accordo congiunto russo saudita della OPEP+ (il gruppo di esportatori di petrolio, più i paesi esportatori indipendenti, tra loro la Russia) secondo quanto afferma l'autore alla fine del 2016 sulla formazione di un Cartello "Paesi per Esportazione del Petrolio Nordamericano-Sudamericano" (North American-South American Petroleum Exporting Countries - NASAPEC).
Questa entità funzionerebbe come il componente energetico "Fortress America" e avrebbe il potenziale per esercitare una forte pressione a lungo raggio sul mercato internazionale del petrolio a spese di Russia e Arabia Saudita.
Quando si combinano i piani di investimento di GNL negli Stati Uniti e nel Quatar, è ben chiaro che gli USA stanno facendo un gioco di potere globale per il controllo dell'industria energetica mondiale, il che potrebbe riguardare negativamente la Russia.
La Grande Potenza Euroasiatica multipolare dipende dalle sue esportazioni di energia per promuovere i suoi interessi finanziari e geopolitici, anche se questo potrebbe essere più difficile da fare nonostante le sue associazioni petrolifere e di gas con Arabia Saudita e Iran (che sono parte della strategia "di equilibrio" del paese), nel caso in cui NASAPEC in tutto l'emisfero occidentale degli USA e la sua alleanza GNL con il Quatar possano competere in maniera potente per questo predominio.
Il rischio potenziale è che la Russia possa perdere molte entrate a lungo raggio se gli Stati Uniti sono in grado di mantenere manipolandoli i prezzi bassi sia del petrolio sia del gas che potrebbe combianrsi con la'umento dei costi associati alla Nuova Corsa agli Armamenti provocata dal ritiro di Washington dal Trattato INF per esercitare una immensa pressione su Mosca per "impegnarsi" con il suo principale rivale geopolitico secondo lo stratagemma descritto dall'autore nel suo articolo di aprile 2018 su "Cosa vogliono realmente gli Stati Uniti dalla Russia".
L'eredità definitiva del presidente Putin si basa sulla sua capacità di compiere le molte promesse socioeconomiche che ha fatto ai suoi compatrioti durante la sua campagna per la reelezione dell'anno scorso.
Anche se tutti si sono basati sul presupposto che ifuturi mercati del petrolio e GNL si fossero mantenuti stabili e in gran parte sotto l'influenza di controllo della Russia, e anche che l'apettativa i progressi dei missili supersonici del paese potrebbero dissuadere dall'inizio di una ncostosa Nuova Corsa agli Armamenti.
I movimenti di energia e militari degli Stati Uniti menzionati hanno mandato in frantumi queste pretese e hanno potuto lanciare i piani così attentamenti elborati dal leader russo per migliorare il sostentamento generale dei suoi compatrioti(specialmente la maggior parte della popolazione che vive in pericolo fuori delle sue città più sviluppate di Mosca e San Pietroburgo).
Anche se in questo momento è questo lo scenario peggiore, è comunque lontano dall'essere certo in attesa del risultato della crisi venezuelana, spiegando così il perché la Russia è tanto ansiosa di "mediare" tra il governo e "l'opposizione"...
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