21 Giugno 2024
dal Sito Web IlMessaggero
Informazione inviata da NM

 

 

 

 


 



All'origine della contesa

ci sarebbe il fatto che Roma ha impedito

la vendita di un monastero.

Ma anche contestazioni dottrinali...



 

Sedici monache clarisse hanno annunciato la rottura con il Vaticano, definendo Papa Francesco un "usurpatore".

 

È avvenuto nel nord della Spagna nel convento di Santa Clara a Belorado, 1800 abitanti a 50 km da Burgos (provincia di Castilla y León). 

 

Le suore hanno pubblicato lo scorso 13 maggio un manifesto di 70 pagine e una lettera sui social con cui annunciano,

la rottura con la Chiesa Cattolica...

Il motivo?

Alla base della protesta ci sarebbe una controversia immobiliare. 

 

Il convento

 

 



La diatriba con Roma per la vendita di un monastero

La lettera, firmata dalla madre superiora suor Isabel de la Trinidad affermava che la comunità di suore era vittima di una "persecuzione".

 

La comunità infatti nel 2020 aveva raggiunto un accordo con il vicino vescovado di Vitoria per acquistare il convento di Orduña, nei Paesi Baschi.

 

Tuttavia l'operazione era stata "bloccata da Roma".


Per reperire i fondi per l'acquisto del nuovo convento, le monache avrebbero infatti voluto vendere un montastero ma il Vaticano lo ha impedito e l'intera operazione è saltata.

 

Secondo la madre superiora, Roma,

"ha messo i bastoni tra le ruote alla nostra comunità".

 

 


Le monache in TV - "Non riconosciamo il Papa"

Le monache non hanno subito passivamente le scelte del Vaticano, anzi hanno cominciato a protestare, prima con dei comunicati pubblicati su Instagram, poi andando in televisione dove ospiti a Telecinco hanno affermato di,

"non riconoscere il papa" e che "il Vaticano è una farsa".

Accusano inoltre la chiesa di Roma di usare "linguaggi doppi e confusi" e di contraddirsi. 


Le Clarisse hanno ribadito più volte di non voler tradire la loro fede né gli ordini ricevuti, e di voler continuare a servire Dio...
 

 

 


La setta del prete scomunicato Pablo de Rojas Sánchez

Ma c'è di più.

 

Le religiose ribelli si sono dichiarate sotto l'autorità di Pablo de Rojas Sánchez, un prete scomunicato, fondatore de  "La Pía Unión de San Pablo Apóstol". 


L'ex religioso, noto per le sue posizioni ultraconservatrici, attualmente si presenta ome vescovo ordinato dalla chiesa dissidente di Palmar de Troya nel 2005.

 

È stato scomunicato dalla Chiesa cattolica nel 2019 dall'arcivescovo di Burgos e si definisce appartenente al "sedevacantismo", una corrente che afferma che,

non esiste una valida autorità pontefice e considera eretici tutti i papi successivi a Pio XII (1939-1958), noto per le sue posizioni conservatrici.

 


Pablo de Rojas Sánchez

 

 

 


La reazione del Vescovo di Burgos 

Il Vaticano ha incaricato l'arcivescovo di Burgos di tentare una soluzione a quello che i giornali spagnoli chiamano,

"Lo scisma di Burgos"...

Tuttavia la guerra, dopo oltre un mese è ancora aperta.

 

L'arcivescovo ha fatto "appelli al dialogo" e alla pace, ma le suore lo hanno accusato pubblicamente di abuso di potere e di aver "congelato" i loro conti bancari, impedendo l'acquisto di beni di prima necessità. 

Come si muoverà la chiesa?

Al momento si è scelta la linea "morbida"...

La curia proverà a parlare con ogni singola monaca, cercando di valutare caso per caso. Non è esclusa però la pena della scomunica davanti al tribunale religioso. 


La Chiesa,

"ha cercato di esaurire tutte le strade possibili prima di procedere alla scomunica", ma "il dialogo è interrotto",

...ha detto all'AFP Luis Santamaría, fondatore della Rete Iberoamericana per lo Studio delle Sette (RIES), che vede dietro la la ribellione per mano di La Pía Unión de San Pablo Apóstol.

 

Secondo i cattolici, sussiste il rischio che le suore siano state "manipolate" da Pablo de Rojas Sánchez.