di Brandon Turbeville

26 gennaio 2015

dal Sito Web BrandonTurbeville

traduzione di Nicoletta Marino

Versione originale in inglese

Versione in spagnolo

 

 

 

 

 

 

 

Questo articolo scritto da Brandon Turbeville, è un ritratto che demolisce, molto inquietante della società nordamericana attuale e del livello elevato di lavaggio del cervello cui è sottoposta quella società.

 

Si analizza la figura di Chris Kyle, il protagonista del film "American Sniper", diretta da Clint Eastwood e uno dei grandi successi cinematografici del momento negli stati Uniti.

 

 

Il film è L’adattamento per il grande schermo dell’autobiografia del Navy SEAL Chris Kyle, che ha il record di morti come cecchino dell’esercito americano e che è stata utilizzata come mezzo di propaganda per fomentare il militarismo negli USA.

 

Il film ci fa vedere Kyle come un eroe che "con la sua precisione millimetrica salva innumerevoli vite sul campo di battaglia" durante l’occupazione americana dell’Iraq, e allo stesso tempo si occupa del benessere della sua famiglia a migliaia di chilometri di distanza.

 

La verità, però, come dimostra l’articolo, è molto più profonda….

 

 

 

 

 

 

Il lancio recente del film "American Sniper", ha fomentato la divisione nella popolazione americana

 

Coloro che vedono Chris Kyle come la rincarnazione di George Washington lodano Kyle e il film, gli altri sono contrari.

Naturalmente, l’oligarchia americana attraverso i mezzi di propaganda convenzionali ha disegnato chiaramente i propri confini:

  • Se ti piace Chris Kyle e il film, appoggi le truppe, ami il tuo paese e ti opponi al terrorismo.

     

  • Se invece non vedi Kyle come un eroe, allora sei dalla parte dei comunisti, dei socialisti e dei simpatizzanti dei terroristi e quindi odi le truppe del tuo esercito.

La verità è che Chris Kyle non era un eroe. Chris Kyle era un assassino. E anche uno speculatore della guerra e un bugiardo.

 

Basta guardare il passato di Kyle e risentire le sue parole.

 

 

Chris Kyle

 

 

 

 

UN FILM PER UN ASSASSINO

 

Nel suo libro autobiografico, "American Sniper", Kyle ha fatto riferimento in diverse occasioni alle persone delle terre invase e alle famiglie che aiutò ad uccidere come selvaggi, dicendo che fu incapace di uccidere molti di loro.

 

 

 

 

Kyle ha scritto:

La gente mi domanda sempre: "Quante persone hai ucciso?" La mia risposta standard è: "La risposta mi renderà più o meno uomo?"

 

Per me il numero non è importante. Vorrei aver ucciso di più. Non per vantarmi, ma perché credo che il mondo sarebbe migliore senza selvaggi liberi che uccidono americani.

 

Tutte le persone a cui ho sparato in Iraq stava cercando di danneggiare gli americani o gli iracheni leali al nuovo governo.

 

Come SEAL, avevo un lavoro da svolgere. Ho ucciso il nemico, un nemico che cospirava giorno dopo giorno per uccidere i miei compatrioti americani. Sono ossessionato dai successi del nemico.

 

Erano pochi, ma non deve essere persa nessuna vita americana.

 

 

 

Kyle era orgoglioso della quantità di "selvaggi" che aveva ucciso.

 

Non solo non era dispiaciuto, ma gli era piaciuto farlo, come dice lui stesso:

Un’altra domanda che mi fa molta gente è: "Ti ha dato fastidio uccidere tanta gente in Iraq?"

 

E io rispondo: "No".

 

E sono serio. La prima volta che si spara a qualcuno ti senti un po’ nervoso. Ti domandi: "Potrò veramente sparare a quella persona? E’ giusto quello che faccio? Però dopo aver ucciso un nemico, ti rendi conto che va bene così. E dici: " Va bene così!".

 

E allora lo fai di nuovo. E ancora. Ancora un’altra volta. Lo fai perché il tuo nemico non possa uccidere i tuoi compatrioti. Lo fai fino a che non rimane nessuno da uccidere.

 

La guerra è questo.

 

Io amavo quello che facevo. Continuo a farlo. Se le circostanze fossero state diverse, se la mia famiglia non avesse avuto bisogno di me, sarei tornato a casa in un batter d’occhio.

 

Non sto mentendo o esagerando quando dico che è stato divertente.

 

Ho trascorso i migliori momenti della mia vita quando ero un SEAL.

 

 

 

 

Kyle sembrava divertirsi a torturare il popolo iracheno, ostentando il numero delle uccisioni fatte e divertendosi un mondo quando li perseguitava con proiettili controllati da un telecomando mentre gridavano poiché pensavano che erano diretti contro di loro.

 

Quando tornò negli Stati Uniti, Kyle si vantò anche della sua capacità di penetrare nel corpo delle mucche così forte che due volte si ruppe la mano. Bisogna dire che , divertirsi facendo del male a un animale, è indice di psicopatia.

 

Dopo il suo passaggio nell’esercito americano, Kyle entrò in sfere più remunerative e proprio nella sfera privata del commercio della guerra.

 

 

 

 

Divenne il presidente della Craft International, una ditta di tattica militare che lavorava sia con l’esercito americano che con le forze dell’ordine e questo permise a Kyle di continuare a trarre vantaggio dai massacri di innocventi all’estero e dell’aumento del sistema repressivo della polizia negli Stati Uniti.

 

 

 

 

 

 

 

UNA MANOVRA DELLA PROPAGANDA

 

Però il commercio della guerra non era sufficiente e Kyle decise di farsi propaganda.

 

Kyle ammise pubblicamente che aveva fatto a botte in un bar con Jesse Ventura.

 

 

Jesse Ventura

 

 

Per chi non lo sapesse, Jesse Ventura è un personaggio famoso negli USA.

 

E’ stato governatore del Minnesota, lottatore di lotta libera, veterano della Marina, attore che partecipò a film come Predator o Demolition Man e soprattutto uno dei volti più conosciuti nel mondo delle teorie della cospirazione e un fervente critico della guerra in Iraq.

 

Kyle insinuò che Ventura, critico contro la guerra, era felice della morte dei Navy SEALs e che arrabbiato con lui, gli diede un pugno in faccia quando lo incontrò in un bar.

 

 

Chris Kyle / Jesse Ventura

 

 

Fu una manovra propagandistica ad effetto:

 

Ventura, che come abbiamo detto, si era dimostrato fortemente critico sulla guerra in Iraq, fu dipinto come un criminale spietato che era contento della morte di soldati americani; questo servì a denigrare la figura di Ventura e quella di tutti coloro che criticavano la guerra in Iraq.

 

In seguito Ventura denunciò Kyle, però Kyle fu assassinato prima che il caso fosse risolto dai tribunali.

 

Questo servì allora per raffigurare Ventura come un cattivo patriota senza cuore, che odiava le truppe e denunciava la vedova di un povero soldato.

 

 

 

 

L’immagine di Ventura subì un grosso danno, nonostante egli vinse il caso e un tribunale federale lo indennizzò per 1.8 milioni di dollari.

 

Adesso con il lancio del film "America Sniper", si rivisita la figura di Kyle, non solo facendolo passare come "vittima di Ventura", ma anche come un vero eroe che trasudava onore da tutti i suoi atti visto che tutti erano disegnati per "proteggere" gli statunitensi e le vite dei suoi "fratelli".

 

Come abbiamo visto, però, l’immagine che si dà di Kyle sui mezzi di comunicazione degli Stati Uniti, non è solo sbagliata, ma profondamente vergognosa.

Kyle era assetato di sangue. Era un assassino. Ed era orgoglioso delle sue azioni criminali.

 

 

Bradley Cooper interpreta

Chris Kyle in "American Sniper"

 

 

Adesso, dopo il lancio del film di Eastwood, Kyle è diventato un simbolo di "appoggio alle truppe".

 

Vedere un assassino glorificato dai mezzi di comunicazione non è niente di nuovo. Ciò che è realmente ripugnante è la reazione sociale nei confronti di coloro che osano criticare questo "nuovo Cristo dell’assassinio".

 

Molti Statunitensi sono caduti vittime della cultura del militarismo e della propaganda a favore della guerra a un punto tale che American Sniper è diventato simile a quello che ha rappresentato ai suoi tempi il film di Mel Gibson "la Passione di Cristo" per i cristiani.

 

 

 

 

Secondo quanto riportato da alcuni mezzi di comunicazione ci sono stati cinema in cui gli spettatori così legati al culto del militarismo e così carenti di capacità di distinzione tra la realtà e la finzione, si sono alzati in piedi e hanno fatto un’ovazione al personaggio di Kyle quando uccideva "il cattivo" del film.

 

Per quasi la metà della popolazione degli USA, la risposta è la guerra. La domanda non è importante…

 

Come ha scritto Paul Craig Roberts,

"Negli Stati Uniti, il patriottismo e il militarismo si sono trasformati in sinonimi."

E per quanto abbiamo visto, anche la tortura ha con loro delle somiglianze.

 

Di fatto, agli occhi della generazione di Hollywood, la capacità di torturare è un segno distintivo di ciò che è un "vero uomo". Qualsiasi suggerimento in senso contrario è solo simpatizzare con i terroristi e odio per le truppe del proprio paese.

 

 

 

 

E se questo fosse poco, nella società nordamericana, si è incuneata l’idea che non si ha nessun diritto a criticare o dare opinioni su Chris Kyle, a meno che non si sia stati nell’esercito e partecipato a combattimenti.

 

Bisogna andare in guerra per sapere che non va bene sparar a un bambino e nonne?

 

La verità è che le guerre sono sempre iniziate da persone che poi non sono obbligate a combattervi. Se lo fossero, non si intraprenderebbero più guerre.

 

Eppure è anche vero che le persone che iniziano le guerre non sparano e non bombardano i popoli. Per farlo, si ha bisogno di uomini che indossino uniformi e che uccidano persone con le quali hanno molto più in comune che con quegli uomini che li mandano a combattere.

 

Come ha detto una volta il generale Smedley Darlington Butler:

 

 

 

"Ho servito in tutte le gerarchie, da sottotenente a generale di divisione.

 

E in tutto questo tempo, ho passato la maggior parte del mio tempo facendo l’uomo forte per le classi alte dei Grandi Affari, per Wall Street e per i banchieri.

 

Insomma, io ero un mattone e un mafioso del capitalismo".

Fonte

Molti soldati hanno iniziato a parlare delle tragiche conseguenze della stupidità flagrante della popolazione statunitense e del tradimento dei suoi "capi", sia sulle popolazioni vittime delle loro politiche criminali e sia sui soldati statunitensi.

 

 

Bradley Manning

 

 

Questo uomini e donne sono i veri eroi.

 

In effetti sono eroi due volte:

  • la prima per mettere in pericolo la loro vita per qualcosa in cui credono;

  • la seconda per rendersi conto di ciò che non andava bene, che la causa era sbagliata e per cercare di evitare che i crimini continuassero o tornino a verificarsi.

Questi sono i veri eroi e non l’assassino Chris Kyle.

 

Le priorità degli Stati Uniti sono totalmente trasversali.

 

Anni di propaganda di Hollywood e di dominazione oligarchica sono riusciti ad ottenere che certe cose non si discutano, che le persone si separino e che qualsiasi sprazzo di dialogo si blocchi.

 

Gli Stati Uniti sono stati utilizzati come lo zoccolo duro dell’oligarchia mondiale e che continui ad esserlo; queste oligarchie hanno bisogno di promuovere il militarismo esacerbato nella popolazione americana.

 

E’ stato sempre così in tutti gli imperi