14 July 2020
del Sitio Web
IlMessaggero
Informazione inviata da
NM
"È un mese che in
Lombardia non si muore più di Covid, l'emergenza è finita da 2
mesi".
Alberto Zangrillo primario del
San Raffaele di Milano, ribadisce
la sua convinzione che la situazione si sia normalizzata negli
ospedali e mette in guardia, dal suo punto di vista, contro gli
eccessi:
"Evitiamo di portare
al panico e alla morte sociale".
Oggi, spiega,
"la mia più grande
preoccupazione in campo sanitario è riprendere a curare quei
malati che, per colpa di
Sars-CoV-2, trascuriamo da
almeno 5 mesi".
Per quanto riguarda la
comunicazione quotidiana dei decessi da Covid, per Zangrillo si
tratta di,
"un modo di
comunicare scorretto che non rispecchia la realtà", dice il
primario facendo un esempio.
"Il nonno di Pierino
è coinvolto in un grave incidente stradale sulla tangenziale di
Milano. Viene portato in emergenza in pronto soccorso, laddove
oltre alle manovre di rianimazione, viene sottoposto, come tutti
i pazienti, che entrano in un ospedale italiano, al tampone
orofaringeo.
Purtroppo, nonostante
le cure, il nonno di Pierino, nel frattempo risultato Covid
positivo, dopo due giorni viene a mancare in conseguenza del
grave trauma subito.
La causa di morte del
nonno è chiara a tutti ma purtroppo verrà addebitata al virus".
"Ci interroghiamo tutti i giorni - continua Zangrillo - sul
perché di questi dati di cui non abbiamo alcun riscontro nella
pratica clinica giornaliera.
Ci siamo informati
presso gli organismi competenti ed abbiamo ricevuto la
conferma".
Allo stesso tempo,
"tutti sanno che in
Italia l'eccesso di mortalità da Sars-Cov-2 è fortunatamente
azzerato da due mesi. Concludendo: Attenzione,
distanziamento massima prudenza, rispetto delle regole ma
rispettiamo anche la verità", conclude.
Oggi, aggiunge,
"il quadro clinico
del grande malato Italia è nelle mani del 'Comitato tecnico
scientifico', formato da illustri colleghi con cui non voglio
entrare in conflitto.
Ho riconosciuto a
loro il grande merito di aver suggerito in tempi esatti un
doloroso ma necessario
lockdown.
Ora vorrei che le
loro indicazioni tenessero in maggior considerazione le evidenze
cliniche attuali. In questo momento storico c'è bisogno di
condivisione, coraggio e lucida visione di un quadro globale.
Oggi la mia più
grande preoccupazione in campo sanitario è riprendere a curare
quei malati che, per colpa di Sars-Cov-2, trascuriamo da almeno
5 mesi".
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