di EFE 20 ottobre 2022 dal sito web ElMundo traduzione di Nicoletta Marino Versione originale in spagnolo
Scavo delle tombe della peste a Londra AP
Un'inchiesta pubblicata su 'Nature' Asserisce che quei geni che un tempo hanno protetto l'umanità dalla peste nera, hanno una maggiore ipersensibilità alle patologie autoimmuni...
La peste nera, l'evento più devastante della Storia, non solo ha spazzato via metà della popolazione europea in meno di cinque anni, ma ha anche cambiato il nostro genoma e il nostro sistema immunitario.
Secondo uno studio pubblicato questo mercoledì sulla rivista 'Nature', gli stessi geni che un tempo ci proteggevano dalla peste nera sono oggi associati a una maggiore ipersensibilità per le patologie autoimmuni come: Gli autori dello studio, condotto da
...hanno studiato l'impatto genetico della peste bubbonica che 700 anni fa spazzò via tra il 30% e il 60% della popolazione del Nord Africa, Europa e Asia.
È stato a lungo ipotizzato che:
Per questo studio, il team ha sequenziato campioni di DNA osseo antico da più di 200 individui di Londra e Danimarca che morirono prima, durante e dopo il passaggio della peste nera alla fine degli anni '40 del 1300.
Dei 300 geni correlati all'immunità, ne hanno selezionati quattro che, a seconda della variante, proteggevano o aumentavano la suscettibilità a Y. pestis.
Il team si è concentrato su un gene con un'associazione particolarmente forte con l’ipersensibilità:
Gli individui che possedevano due copie di una specifica variante genetica, denominata rs2549794, sono stati in grado di produrre copie complete della trascrizione ERAP2 e hanno prodotto più proteine funzionali.
Quindi, in laboratorio, il team ha mostrato che la variante rs2549794 ha influenzato la capacità delle cellule umane viventi di aiutare a combattere la peste e che i macrofagi che esprimono due copie della variante erano più efficienti nel neutralizzare Y. pestis rispetto ai macrofagi.
Ma, nel tempo, il nostro sistema immunitario si è evoluto per rispondere agli agenti patogeni,
Gli autori sottolineano che:
Questo studio è un primo approccio su come le pandemie possono modificare i nostri genomi e passare inosservate nelle popolazioni moderne.
La ricerca futura amplierà il progetto per esaminare l'intero genoma, non solo un insieme di geni correlati all'immunità.
|