di Sophus Helle

19 Febbraio 2019

dal Sito Web AEON

traduzione di Nicoletta Marino

Versione originale in inglese

Versione in spagnolo

 

 

Sophus Helle è una dottoranda specializzata in letteratura babilonica all'Università di Aarhus, Danimarca.

La sua opera è stata pubblicata in vari posti tra cui Postcolonial Studies.

 

 

 

 

Parte di una tavoletta di argilla neoaasira

contiene tre colonne di iscrizioni cuneiformi

della tavoletta 6 dell'Epopea di Gilgamesh.

Con il permesso dei custodi del Museo Britannico.

 

 

 

L'Epopea di Gilgamesh è un poema babilonico composto nell'antico Irak, millenni prima di Omero.

 

La storia parla di Gilgamesh, re della città di Uruk. Per frenare la sua energia e irrequietezza distruttiva gli dei creano per lui un amico, Enkidu che cresce tra gli animali della steppa.

 

Quando Gilgamesh sente parlare di quest'uomo selvaggio, ordina che si chiami una donna chiamata Shamhat per andare a trovarlo.

 

Shamhat seduce Enkidu, e i due fanno l'amore per sei giorni e sei notti, così Enkidu si trasforma da bestia in uomo. La sua forza diminuisce, ma il suo intelletto si espande e diventa capace di pensare e parlare come un essere umano.

 

Shamhat e Enkidu viaggiano insieme fino ad un accampamento di pastori dove Enkidu apprende come comportarsi e gli usi dell'umanità.

 

Finalmente, Enkidu va a Uruk per affrontare l'abuso di potere di Gilgamesh e i due eroi lottano tra loro per arrivare poi ad una appassionata amicizia.

 

Questa perlomeno è una versione iniziale di Gilgamesh, però di fatto l'epopea ha avuto diverse edizioni diverse.

 

Iniziò come un ciclo di storie nella lingua sumera che furono poi raccolte e tradotte in una solo epopea in lingua accadica.

 

La prima versione dell'epopea fu scritta in un dialetto chiamato Babilonia antica,e questa versione fu rivista e attualizzata a posteriori per creare un'altra versione nel dialetto babilonico comune, che è quello che la maggior parte dei lettori trovano oggi.

 

Gilgamesh esiste in una serie di versioni diverse e ogni versione è composta a sua volta da molti frammenti differenti. Non esiste un solo manoscritto che riporta la storia completa dall'inizio alla fine.

 

Sicuramente Gilgamesh sarà stato creato a partire da centinaia di tavolette di argilla sparse nei millenni.

 

La storia ci arriva come un mosaico di frammenti riuniti dai lilologi per creare una narrazione più o meno coerente (sono state recuperate circa quattro quinti di parti del testo).

 

Lo stato frammentato dell'epopea sta a significare che è stata costantemente attualizzata giacché gli scavi archeologici (o con troppa frequenza i saccheggi illegali) portano alla luce nuove tavolette facendo riconsiderare la comprensione del testo.

 

Nonostante i 4000 anni di antichità, il testo continua a cambiare. Si allunga a ogni nuovo ritrovamento.

 

La scoperta più recente è un piccolo frammento che era stato sottovalutato nell'archivio del museo dell'Università di Cornell di New York, identificato da Alexandra Kleinerman e Alhena Gadotti e pubblicato (Enkidu e la Prostituta - Altro frammento dell'Antico Gilgameš Babilonico - Enkidu and the Harlot - Another fragment of Old Babylonian Gilgameš) di Andrew George del 2018.

 

Al principio, il frammento non dice molto:

16 linee discontinue, la maggior parte di esse già conosciute in altri manoscritti.

Però lavorandosul testo, George notò qualche cosa di strano.

La tavoletta sembrava conservare sia le parti della versione babilonica antica che la versione in babilonese comune, ma in una sequenza che non si abbinava con la struttura della storia come si era inteso fino ad allora.

Il frammento è quello della scena in cui Shamhat seduce Enkidu e ha relazioni sessuali con lui per una settimana.

 

Prima del 2018, gli eruditi credevano che la scena esistesse nelle due versioni babiloniche, il che giustificava le leggere diversità dello stesso episodio:

Shamhat seduce Enkidu, hanno relazioni sessuali per una settimana e Shamhat invita Enkidu a Uruk.

Le due scene non sono identiche, però le differenze potrebbero spiegarecome il risultato dei cambiamenti editoriali che avevano portato dalla versione babilonica antica a quella comune.

 

Il nuovo frammento mette in questione questa interpretazione. Un lato della tavoletta si presuppone abbia la versione babilonica comune e dall'altro la versione babilonica antica.

 

Riassumento, le due scene non possono essere versioni diverse dello stesso episodio:

La storia comprendeva due episodi molto simili uno dall'altro.

Secondo George, le due versioni funzionavano così:

Shamhat seduce Enkidu, intrattengono rapporti sessuali per una settimana e Shamhat invita Enkidu a andare a Uruk. Ambedue parlano di Gilgamesh e dei suoi sogni profetici.

Allora il risultato è che ebbero rapporti sessuali per un'altra settimana e Shamhat nuovamente invita Enkidu a Uruk.

 

All'improvviso la maratona d'amore tra Shamhat e Enkidu si era duplicata, una scoperta che il Times ha pubblicato col titolo "Ancient Sex Saga Now Twice As Epic".

 

Però di fatto esiste un significato più profondo di questa scoperta.

 

Adesso la differenza tra i due episodi si può capire non come cambiamenti di edizione ma come cambiamenti psicologici che Enkidu sperimenta man mano che diventa un essere umano. Gli episodi rappresentano due tappe dello stesso arco narrativo, il che ci da una visione di quello che significava diventare essere umano nel mondo antico.

 

La prima volta che Shamhat invita Enkidu a Uruk, lei descrive Gilgamesh come un eroe dalla grande forza paragonandolo a un toro selvaggio.

 

Enkidu risponde che in verità andrà a Uruk, ma non per diventare amico di Gilgamesh:

lui lo sfiderà e usurperà il suo potere.

Shamhat è costernata, suggerendo a Enkidu di dimenticare il suo piano e invece descrive i piaceri della vita in città:

musica, feste e belle donne.

Dopo aver avuto rapporti sessuali per un'altra settimana, Shamhat invita nuovamente Enkidu a Uruk, ma con un'enfasi diversa.

 

Questa volta non si riferisce al re come a chi ha la forza di un toro, ma alla vita civica di Uruk:

"Dove gli uomini si dedicano a lavori di abilità, anche tu come un vero uomo avrai una casa".

Shamhat dice a Enkidu che deve integrarsi nella società e trovare il suo posto in un tessuto sociale più grande.

 

Enkidu è d'accordo:

'Il consiglio della donna ha fatto centro nel suo cuore'.

E' chiaro che Enkidu è cambiato nelle due scene.

 

La prima settimana di sesso potrebbe avergli dato l'intelletto per conversare con Shamhat, ma pensa ancora con termini animaleschi:

Egli vede Gilgamesh como un maschio alfa da sfidare.

Dopo la seconda settimana è pronto ad accettare una visione diversa della società. La vita sociale non è fatta di forza bruta e di affermazione del potere ma anche dei doverei e della responsabilità per la comunità.

 

Con questo sviluppo graduale, la prima reazione di <enkidu diventa ancora più interessante come una specie di passo intermedio del cammino verso l'umanità.

 

In poche parole quello che vediamo quì è un poeta babilonese che guarda la società attraverso gli occhi ancora selvaggi di Enkidu. E' una prospettiva non del tutto umana sulla vita della città che si considera un luogo di potere e di orgoglio invece di abilità e cooperazione.

 

Cosa ci dice questo?

 

Apprendiamo due cose importanti:

  • Primo che l'umanità per i Babilonesi si definiva attraverso la società.

Essere umano era un fatto chiaramente sociale, e non una società di qualsiasi tipo:

è stata la vita sociale delle città che ti ha trasformato in un "vero uomo".

La cultura babilonese era in fondo una cultura urbana.

 

Città come Uruk, Babilonia o Ur erano i blocchi per la costruzione della civiltà, e il mondo fuori delle mura della città era visto come un luogo selvaggio, un posto pericoloso e incolto.

 

  • Secondo: apprendiamo che l'umanità era una scala mobile.

     

    Dopo una settiaman di sesso, Enkidu non è diventato completamente umano. C'è una tappa intermedia dove parla come un essere umano, ma pensa come un animale.

     

    Anche dopo la seconda settiaman deve ancora imparare a mangiare pane, a bere birra e a vestirsi. Insomma diventare umano è un processo passo dopo passo, non un binario.

Nel suo secondo invito a Uruk, Shamhat dice:

'Ti guardo Enkidu, sei come un dio, perchè con gli animali ti intendi attraverso la natura?'

Qui gli dei sono rappresentati come opposti agli animali, sono innipotenti e mortali mentre gli animali non hanno coscienza e sono destinati a morire.

 

Essere umano è stare in un posto che sta a metà:

Non è onnipotente, ma capace di abile lavoro; non è immortale ma cosciente della sua mortalità.

Riassumendo, il frammento rivela una visione dell'umanità come un processo di maturazione che si svolge tra l'umano e il divino.

 

Non si nasce solo umano:

Essere umano, per gli antichi Babilonesi, implicava un luogo per se stessi in un campo più ampio, definito dalla società, gli dei e il mondo animale.