di Gian Volpicelli

10 Giugno 2018

dal Sito Web Wired

traduzione di Claudiordali

Versione originale in inglese

 

 

 

 

Il nuovo Primo Ministro italiano Giuseppe Conte

durante la cerimonia di giuramento.

Getty Images / Antonio Masiello / Collaboratore

 

 

Castellani ritiene che "lungi dall'essere nemici, la tecnocrazia e il populismo stanno diventando sempre più alleati in una guerra contro un nemico comune: la democrazia rappresentativa e i politici tradizionali."

 

Che fosse intenzionale o meno, una grande nazione europea è stata appena trasformata in una Tecnocrazia dai Populisti.

Fonte

 

"Essendo alle prese con questioni

come il cambiamento climatico e l'ambiente,

l'Unione Europea sta diventando

troppo complessa persino per

i politici con esperienza e senza specializzazione "

 

 

Quindi l'Italia ha un governo …

 

Mercoledì 6 giugno, Giuseppe Conte, un oscuro accademico scelto per diventare primo ministro da una coalizione tra il partito di estrema destra della Lega e il Movimento anti-establishment dei Cinque Stelle, si è assicurato il sostegno del Parlamento.

 

Ha già chiarito che battere i pugni sul tavolo di Bruxelles per rilassare le rigorose regole di bilancio dell'Eurozona, è in cima alla sua lista delle priorità.

 

Sembra anche desideroso di fare amicizia con la Russia.

 

L'Unione Europea non è affatto contenta:

I titoli italiani stanno andando male sui mercati e Steve Bannon, l'impresario dei Trumpisti che di recente gironzola sui tetti di Roma con la creme de la creme del Nazionalismo Internazionale, compresi i leader della Lega e dei Cinque Stelle, sta indicando l'Italia come l'epicentro della rivoluzione populista che si è diffusa in tutta Europa.

In mezzo a tutti i drammi e gli opportunismi, c'è una cosa sul nuovo governo italiano che è quasi passata inosservata:

Non si tratta di un governo populista, ma tecno-populista.

Il Consiglio dei Ministri di Conte è un qualcosa di surreale.

 

Al suo interno, i politici populisti ed estremisti convivono con il meglio dell'élite tecnocratica d'Italia.

 

Anche se Matteo Salvini della Lega e Luigi Di Maio dei Cinque Stelle hanno ricevuto degli incarichi ministeriali per perseguire i loro fini politici, le leve principali del potere sono in mano ai tecnocrati:

  • Il Ministro degli Affari Esteri è un ex funzionario dell'Unione Europea

  • Il Tesoro è gestito da un decano universitario

  • Conte stesso, è un professore di diritto civile il cui volto e voce non erano mai stati ascoltati e visti da nessun italiano fino a un paio di settimane fa: si tratta, in tutto e per tutto, di un tecnocrate

Tutta l'intera faccenda suona strana:

istintivamente, tendiamo a pensare al populismo e alla tecnocrazia come a due fazioni in conflitto:

  • I tecnocrati hanno a che fare con i numeri, i grafici e con presunte soluzioni supportate dalla scienza

  • I partiti populisti si occupano delle emozioni, disprezzano i burocrati non eletti e difendono la vera volontà della gente

Questi tizi dovrebbero prendersi alla gola l'un l'altro, eppure stanno governando insieme ...

 

Come mai?

 

Lorenzo Castellani, uno storico politico presso l'Università LUISS di Roma, ha recentemente esplorato l'argomento in un saggio che ha fatto il giro sia dell'Italia che della Francia, intitolato Il Tecno-Populismo - Un nuovo regime di Governo Europeo.

 

 

 

 

La sua teoria è che, lungi dall'essere nemici, la tecnocrazia e il populismo stanno diventando sempre più alleati in una guerra contro un nemico comune:

la democrazia rappresentativa e i politici tradizionali.

Nel caso dell'Italia è così ovvio da essere quasi didattico.

 

Il Movimento Cinque Stelle è iniziato nel 2009 proponendo che la politica tradizionale non era più adatta allo scopo e che il processo parlamentare dovrebbe invece lasciare il posto alla democrazia diretta (il gabinetto Conte ha un Dipartimento per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta).

 

Erano così orgogliosi delle elezioni online che hanno permesso a chiunque di candidarsi sotto lo stendardo del loro partito, secondo il principio che dovrebbero essere al potere i cittadini comuni e non i politici professionisti.

 

Tuttavia, quando hanno effettivamente vinto le elezioni, il gruppo dei Cinque Stelle si è reso conto di non avere abbastanza esperienza per gestire un paese.

 

Per cui hanno chiamato i professori.

 

Castellani spiega che "Il mondo è troppo complesso per rinunciare ai tecnocrati".

 

Dice che le stesse ragioni che stanno catapultando i populisti al potere, vale a dire il malcontento popolare nei confronti della globalizzazione, la crisi economica e la disruption tecnologica, significano anche che la gestione di un paese non è mai stata così difficile per i novizi inesperti.

"Essendo alle prese con questioni come il cambiamento climatico e l'ambiente, l'Unione Europea sta diventando troppo complessa persino per i politici con esperienza e senza specializzazione", dice Castellani.

Le persone, in questo e in altri paesi, potrebbero averne abbastanza degli esperti, ma ne hanno ancora bisogno per calmare i mercati dei titoli, o persino per attuare un'agenda populista senza fare un gran casino.

 

Certo è che:

il Movimento Cinque Stelle non è solo un partito populista, come non lo sono la Lega, l'UKIP e il francese Rassemblement National (l'ex Fronte Nazionale).

La sua visione ambiziosa e incompleta di una società futuristica basata su internet presupponeva pur sempre delle iniezioni di enormi dosi di tecnocrazia.

 

La sua proposta di punta per il "reddito di cittadinanza", una vasta riforma dei sussidi di disoccupazione, spesso falsamente promossa come un programma di reddito su base universale, per essere ben elaborata richiederà un sacco di esperienza tecnica. (Per non parlare di tutti i cervelloni di cui ci sarà bisogno per trasformare un'Italia colossalmente burocratica in una democrazia diretta).

 

Castellani pensa che, anche se l'Italia è il primo caso di tecno-populismo puro in Europa occidentale, le stesse dinamiche abbiano già iniziato a manifestarsi altrove.

 

Ha fatto l'esempio del presidente francese Emmanuel Macron, il cui marchio di una politica personalistica e disintermediata, va di pari passo con un gabinetto pieno di critici apolitici.

 

Si potrebbe persino affermare che il modo in cui il progetto della super populista Brexit è cascato nel grembo di Theresa May, che forse è la più tecnocratica nella lista dei Conservatori, sia stato un autentico caso inglese di tecno-populismo.

 

Qualunque sia la vostra idea al riguardo, Castellani pensa che il gabinetto Conte sia lo Spettro di Molti Altri Governi a venire ...

 

Secondo lui, le inarrestabili forze globali che ci hanno dato tutto, da Trump a Orban, continueranno a mortificare i partiti tradizionali e premiare i populisti; inoltre, faranno in modo che per i populisti sia impossibile governare senza l'aiuto dei tecnocrati.

 

Il tecno-populismo potrebbe essere "la nuova normalità"...