20 Agosto 2015
dal Sito Web
RT
traduzione di
Nicoletta Marino
Versione originale in inglese
Vincent Pinte Deregnaucourt,
esperto in informatica, consulente di programmi di ricerca e
professore all'Istituto Informatico di Parigi, mette in
guardia sui pericoli che correremo se i giganti
Facebook
e
Google
avranno il monopolio assoluto in un prossimo futuro.
"In definitiva hanno lo stesso obiettivo, ci arrivano in diversi
modi” ci assicura.
"Google controlla il suo rapporto con il mondo, mentre Facebook
domina nella relazione con la società (...)
Quindi, nonostante tutte le loro differenze, si complementano.
Uno si basa sulle relazioni del gruppo e l'altro sulla presenza
nel gruppo,” dichiara l'ing. Deregnaucourt in una intervista
rilasciata al
portale atlantico.fr.
Al momento cosa controllano?
"Google possiede l'accesso all'informazione, il che rappresenta
un'estensione delle antiche funzioni proprie della biblioteca
uguali potenzialmente alle funzioni mentali, alla memoria e
all'orientamento nello spazio.
Questo dà un'apertura su un'ampia gamma di opzioni. La più ovvia
tra tutte è: soddisfare i vostri desideri e la monetizzazione”
dichiara l'ingegnere.
Per quanto riguarda Facebook, egli sostiene che il gigante sta
portando avanti,
"la transizione dal tessuto sociale e un ambiente virtuale e il
conseguente trasferimento di informazione”.
L'esperto, poi, fa notare tutti e due hanno preso una posizione
molto politica,
"che in passato apparteneva allo Stato, alla stampa e alla
scuola”.
"In quanto al ripiego dei mezzi di comunicazione di ieri, si
tratta di una specie di darwinismi economico”.
"Il risultato è una perdita di controllo delle strutture
centralizzate (generalmente sono lo Stato e una serie di lobby)
a favore delle entità economiche, che a loro volta danno gran
parte di questo controllo agli utenti.
Tutto questo porta a un pluralismo senza “precedenti”dice Deregnaucourt.
Quali mete economiche e politiche hanno?
L'esperto avvisa che l'obiettivo economico di questi due giganti è
abbastanza semplice: la ricerca di vantaggi.
Oggi lo realizzano con la pubblicità però secondo Deregnaucourt,
presto
"si troveranno molti altri mezzi per far denaro".
"Con Google ci siamo resi conto dei loro obiettivi politici
molto tempo fa, a partire dalla politica 'porta girevole'
(revolving door) tra l'ente e il Governo degli Stati Uniti, come
succede nelle grandi Banche, i cui dirigenti lavorano in diverse
istituzioni” critica l'esperto.
"La coscienza del peso politico di Facebook è arrivata, in modo
significativo, con la Primavera araba."
Assicura inoltre, che Facebook ha trasferito ai suoi utenti un
potere politico che attinge sia dallo Stato che dalle grandi
multinazionali e le conseguenze di questo cambio di equilibrio sono
difficili da predire.
Cosa ci aspetta?
Per quanto riguarda il gigante Google e la sua applicazione
Google Maps,
l'esperto mette in guardia sui pericoli di un'impresa che possiede
il monopolio delle mappe on line.
"Anche se, come ha detto Alfred Korzybski 'la mappa non è il
territorio', oggi, nello scenario dello sviluppo dei servizi
mobili, acquisisce un ruolo più strategico che mai. E'
un'informazione molto preziosa" afferma Deregnaucourt, mettendo
sull'avviso che il dispositivo potrebbe essere utilizzato per 'predire un algoritmo di movimenti o prestabilire gli usi' di chi
lo utilizza.
"Se mettiamo a disposizione dei giganti della tecnologia quello
che fa sì che la società vada avanti, andiamo verso un vicolo
cieco”.
|