D'Angelo
L'America, prima delle elezioni di Trump, era in una
situazione economica a dir poco disastrosa e anche il suo sistema
politico-sociale non era in buona salute, per usare un eufemismo.
Per esempio, si sente spesso parlare di
"Deep State" che sembrerebbe
essere il nemico giurato di Donald Trump, già dalla sua precedente
amministrazione.
So bene che molti, con questo termine, indicano
degli apparati nascosti dello Stato americano che agiscono come una
specie di governo invisibile, ma credo che, al di là delle teorie complottistiche, esista davvero uno Stato profondo, non solo negli
USA, ma anche da noi e, probabilmente, in molti Stati nel mondo.
Si
tratta, più semplicemente, dell'apparato amministrativo-burocratico.
In molti articoli e interviste esprimo la mia perplessità sulla
possibilità di cambiare la società capitalistico-consumista
attraverso la politica, perché, nonostante le migliori intenzioni, i
buoni, sani e altruistici propositi che possono spingere una persona
a intraprendere la carriera politica, ritengo che farlo oggi sia un
suicidio, perché è l'apparato burocratico che non ti permette di
perseguire i tuoi alti ideali.
Questo succede da noi come negli
Stati Uniti e, se non ho capito male, è proprio questa deriva del
sistema democratico che Trump vuole combattere.
Siconolfi
Gli Stati Uniti d'America sono una nazione e un popolo
eterogeneo, complesso, formato da vari gruppi che rappresentano
differenti istanze sociali, economiche, politiche e anche di idee e
valori.
Donald Trump rappresenta un'America che è quasi sempre
rimasta nascosta, soprattutto negli ultimi 30-40 anni. Un'America
profonda, dall'identità rurale dei primi pionieri americani, del
Texas più che della California, dell'America centro-meridionale, per
nulla propensa a proiettarsi oltre le proprie coste.
Quindi potremmo
dire con un linguaggio alla Carl Schmitt, l'America potenza di
terra, non di mare, quella più incline alla produzione industriale,
all'agricoltura, alla comunità, ai corpi intermedi, piuttosto che
l'America con una grande vocazione mercantile e che si basa
sull'andare in giro per il mondo a fare cose positive, ma anche
tante cose negative.
Questa è una grande differenza con l'idea degli USA come grande
nazione proiettata verso l'esterno dei suoi confini.
Il
Deep State
che tu hai menzionato si appoggia a questa idea di America e nasce
proprio in virtù di una mentalità centralistica, accentratrice,
burocratica, che è l'antagonista dell'America delle comunità, del
potere degli Stati federali, dei territori, che non vuole
l'ingerenza dello Stato negli affari propri, della propria famiglia,
della propria comunità e che incarna un po' quello spirito
originario secessionistico dalla madrepatria inglese.
Queste due visioni degli USA e del loro ruolo nel mondo sono molto
diverse tra loro e Trump sembrerebbe essere molto più a favore di
un'America che pensa prima ai suoi cittadini e a rimettersi in piedi
finanziariamente, piuttosto che rivolta all'esterno.
Certo,
l'attuazione di un'idea in un sistema politico complesso, con una
struttura ben precisa e delineata non è mai facile, anzi.
Occorre
sporcarsi, occorre infangarsi, occorre fare diversi tentativi: su
alcune cose si fa bene, su altre no e su altre ancora si cede.
Come
con i dazi, dove ci sono tante pressioni economiche, per esempio, da
parte delle banche di Berlino, di Tokyo e canadesi, depositarie di
una parte del debito pubblico statunitense elevatissima e che usano
l'arma dei contro-dazi e il "ricatto" del debito pubblico che
conosciamo molto bene noi italiani.
I dazi sono uno strumento con cui idealmente e anche in una parte
operativa politica seppur ridimensionata, come abbiamo visto negli
ultimi giorni, gli Stati Uniti cercano un ritorno alle economie
nazionali o meglio, alle economie nazionali protezionistiche,
contrarie a quel vangelo della
globalizzazione secondo il quale
tutte le merci devono circolare liberamente.
Che poi liberamente non
è mai, perché, per esempio,
nell'Unione Europea siamo pieni di
regolamenti.
Casomai sono le grandi corporation che hanno la libertà
di fare quello che vogliono, ma proviamo io e te ad aprire una
piccola azienda e vediamo quello che accade.
Ma le limitazioni che abbiamo all'interno del mercato europeo sono
anche di tipo qualitativo, cioè tante cose noi non le possiamo
importare per esempio dalle altre nazioni come gli Stati Uniti che
sono anni che cercano di venderci i loro prodotto OGM.
Quindi alcune
limitazioni della Comunità Europea non sono di carattere finanziario
o amministrativo, ma qualitativo.
Hai fatto riferimento a gruppi
d'interesse, vere e proprie lobby (che negli USA sono assolutamente
legali) che detengono un potere molto grande e che hanno la
possibilità di indirizzare le scelte del Presidente e Trump non fa
eccezione.
Quindi quanto di quello che Trump sta provando a fare in
questi mesi - e che aveva anticipato nel suo programma elettorale -
ha possibilità di realizzarsi e quanto, in realtà, sono tentativi,
magari non solo retorica, ma semplicemente tentativi di disfarsi di
vecchie logiche, che poi però nella realtà non trovano riscontro?
Perché, come hai detto anche tu, queste potenti lobby gli stanno già
facendo pressione per cambiare il tiro.
Penso che noi europei occidentali abbiamo dimenticato qual è
l'attività reale e concreta di un politico vero, per il semplice
fatto che nell'Europa occidentale il potere politico ha decisamente
abdicato a favore di quello economico-finanziario.
Qui comandano la
BCE e le commissioni tecnico-scientifiche. I politici da noi sono
solo dei firma carte, dei passacarte, hanno minimi margini di
azione.
Ricordiamoci quello che accadde con il governo giallo-verde
in Italia dove per piazzare un ministro, tra l'altro che non mi
pareva nemmeno un grande sovversivo,
Paolo Savona, si scatenò il
putiferio, per un solo ministro!
Negli USA, al contrario, abbiamo un presidente che a tutti gli
effetti ha potere, è votato da una bella fetta di americani, ha la
possibilità di emanare atti esecutivi con una velocità per noi
impensabile.
Ma il suo è un potere che agisce nel concreto
dell'azione politica e dei poteri che si contrappongono; quindi, è
anche un potere legato alla capacità di barcamenarsi tra tutte
queste lobby e contro-lobby.
Certo anche lui sta costruendo il suo
gruppo di fedelissimi senza i quali, per chiunque, sarebbe
impossibile attuare qualsiasi cambiamento.
L'opera di disboscamento
del Deep State, portata avanti anche dal ministero
DOGE, è un'opera
che mira da un lato a eliminare queste grandi burocrazie, questi
grandi apparati, ma dall'altro a consolidare una rete alternativa
con Palantir, ad esempio (la società di
Peter Thiel) e tutti gli
apparati della cosiddetta "tecnodestra", che oggi è argomento di
studio.
Insomma, stanno cercando di costruire un'alternativa, uno stato
profondo alternativo con idee diverse, ovviamente con grandi
interessi e profitti, componenti ineludibili della politica allo
stato attuale.
Questo non vuol dire che ci sarà un sistema migliore
o peggiore a livello economico; per ora il sistema economico è
il
capitalismo.
L'importante è che non sia un capitalismo meramente speculativo-finanziario e che non miri semplicemente a delocalizzare
per distruggere le economie interne per andare dove si lavora a
basso costo.
E questo era forse il volto peggiore
dell'amministrazione targata Biden...