di Yoichi Shimatsu Dicembre 2012 dal Sito Web”Rense” traduzione di Nicoletta Marino
Commento
Il Calendario Maya sta per cessare perché non ci sono più coloro che calcolano il tempo.
Il prossimo ciclo di anni e di eoni è diventato impossibile da calcolare quando l’antica corporazione di astronomi fu abolita dai conquistatori spagnoli. La ragione della perdita del sistema maya di tracciare il tempo, è l’accanimento culturale, non un’apocalisse imminente.
Gli antichi Maya celebrarono il passare degli anni come un ciclo evolutivo di nascita, maturità e pienezza sia a livello fisico che spirituale che era coordinato con il movimento dei pianeti e della Luna.
I loro osservatori di stelle marcavano il tempo con una precisione sorprendente superando “l’inesattezza del calendario gregoriano europeo”.
La cronologia maya fu una vittima dell’impulso del Sacro Romano Impero che imponeva la sua autorità sull’America indigena. I Maya che calcolavano il tempo, durante la conquista della penisola Yucatan durata 170 anni, furono assassinati, resi schiavi o espulsi dalle foreste ed i loro registri degli astri scritti su pietra furono deliberatamente rovinati dagli invasori.
La distruzione dell’astronomia e della matematica maya è uno dei crimini culturali più grandi che ha danneggiato il nostro patrimonio mondiale e sfortunatamente il cosiddetto “Ultimo Giorno dei Maya” riflette e perpetua il fraintendimento di una grande tradizione scientifica da parte dell’occidente.
La guerra contro l’Astronomia
Gli “Esploratori” dell’Impero asburgico saccheggiarono l’oro e l’argento dei regni inca e aztechi, ma i loro atti vandalici contro i risultati scientifici dei Maya fu infinitamente peggiore.
Durante il sedicesimo e diciassettesimo secolo gli Spagnoli sterminarono sistematicamente la cultura maya, sacrificando astronomi r sfigurando le iscrizioni in tutta la penisola dello Yucatan.
Questa campagna effettuata per sopprimere una tradizione scientifica dei nativi richiese costosi viaggi pieni di rischi per approvvigionare migliaia di soldati, cavalli ed armi ad un costo superiore del valore di qualsiasi bottino ottenuto. Che cosa spinse gli Europei a sradicare per sempre i secoli di conoscenze accumulate dai Maya? In breve fu “un odio viscerale per la verità scientifica”.
Nello stesso periodo in cui lo Yucatan fu sottomesso, gli imperatori asburgici erano impegnati in una feroce lotta contro i liberi pensatori intellettuali in tutta Europa che si opponevano all’irrazionale dogma religioso e lottavano contro la monarchia assoluta.
La Guerra dei Trenta Anni era combattuta contro i dissidenti protestanti che ritenevano i testi biblici al contrario dei frati ignoranti, come la vera base della teologia e della morale e come base del governo il parlamento invece della monarchia assoluta.
Una lotta che era l’eguale del controllo della mente umana, era perpetrata contro la teoria eliocentrica di Nicolò Copernico che affermava che la Terra era un pianeta che gira attorno al Sole.
Armato solo di un telescopio primitivo e di equazioni, l’astronomo italiano Galileo Galilei tracciò l’orbita dei pianeti i cui movimenti irregolari erano indice che la Terra, simile a una piattaforma di osservazione, girava attorno al Sole.
Per la Corono, così come per la Chiesa, questo fatto era un’eresia.
Il Diritto Divino dei Re
Erede del Rinascimento, il papa Urbano VIII era affascinato dalla sfida die risultati raggiunti da Galileo.
Posto che “Dio” poteva agire con forme misteriose, anche un pontefice deve adattarsi al grande piano divino. I cardinali di Spagna e Austria non tolleravano queste deviazioni della dottrina e pretesero dal Vaticano che l’astronomo fosse sottoposto a inquisizione.
Per Filippo IV, imperatore del Sacro Impero e re di Spagna, l’assolutismo richiedeva un sistema eliocentrico. Il Palazzo dell’Escorial era il centro del mondo ed il trono imperiale era un punto fermo della Terra in un sistema di potere perpetuo che non sarebbe mai cambiato.
L’impensabile possibilità di adottare la teoria eliocentrica avrebbe significato che l’umanità avrebbe abitato una rocca desolata aggirandosi nel gelido vuoto senza regole ed ordine.
Galileo, quindi, fu trovato colpevole di promuovere l’infernale idea chela Terra non era il centro di ogni esistenza.
Non ci deve sembrare strano quindi che i colonizzatori spagnoli fossero seriamente preoccupati per l’astronomia dei nativi del Nuovo Mondo che come Galileo si basavano sull’osservazione empirica e non sul dogma. Il corpo sacerdotale dei Maya comprendeva molti sacerdoti astronomi che passavano tutta la notte sui tetti dei templi che servivano loro da osservatori del cielo.
I meticolosi registri compilati con ogni probabilità durante secoli e millenni, erano più precisi di qualsiasi registro fatto in Europa fino all’invenzione del telescopio e superavano addirittura gli antichi registri babilonesi.
Il loro certosino lavoro e il metodo empirico stavano a significare che per il calcolo del seguente ciclo grande del calendario maya, erano necessari delle raccolte di dati di centinaia di anni.
Questi ultimi secoli che hanno preceduto il prossimo solstizio d’inverno, sono stati testimoni dell’aver ridotto un’elevata cultura al servilismo e alla povertà sottoposta al “superiore” regime europeo.
Il grande ciclo dei Maya è stato interrotto dalla crudeltà, dall’avidità, dalla superstizione e dall’ignoranza.
Genialità Indigena
I pochi registri astrali che sono rimasti dopo il massacro spagnolo, indicano che i Maya furono capaci di calcolare l’orbita di Venere attorno al Sole, un trionfo matematico non facile da raggiungere per via della regressione planetaria.
Come il transito di Venere davanti al Sole nell’estate scorsa, il secondo pianeta (visto dalla Terra) sembra invertire la sua direzione cioè va retrocedendo. L’unica maniera in cui i Maya avrebbero potuto stimare con precisione l’orbita di Venere, era di osservarlo dalla terra come un pianeta che gira intorno al Sole.
Nei geroglifici maya, la Terra è rappresentata come un cerchio in un piano più ampio.
Gli archeologi moderni, di norma condiscendenti, suggeriscono che questo simbolo è “una mappa della Terra in piano” I metodi empirici dei Maya, però indicano il contrario e cioè che il cerchio della Terra è una rappresentazione bidimensionale del nostro pianeta nello spazio. Dal punto di vista della teologia europea, un modello simile era intollerabile.
Fu facile per gli inquisitori demonizzare l’astronomia maya. I Maya chiamarono il pianeta Venere con il nome di Quetzalcoatl, il serpente piumato e simbolo di rinnovamento fecondo come l’araba fenice dell’Oriente.
La stella del mattino non fu mai ben vista dal clero cristiano poiché era identificata con la dea pagana dell’attrazione erotica e quindi di natura diabolica. L’astronomia era il cammino verso la condanna.
Gli attacchi contro lo spirito scientifico
Per l’umanità, la distruzione dei registri maya da parte del Sacro Romano Impero, è una perdita tragica.
Oggi serve anche da avvertimento contro le bugie intessute dalle istituzioni mondiali e dalle grandi corporazioni, che hanno come obiettivo di volgere la scienza verso fini sinistri.
... queste sono solo alcune tra le molteplici false "soluzioni" promosse dalle industrie ciarlatane.
Il disastro di Fukushima è lo Yucatan di questa decade.
L’industria nucleare, i grandi governi e gli organismi internazionali stanno finanziando in tutto il mondo una campagna di disinformazione per negare i pericoli della radiazione per la salute umana e dell’ambiente.
I nemici dell’onestà scientifica,hanno annichilito la civiltà maya e forse oggi i suoi discendenti psicologici dovranno distruggere il Giappone per eliminare le prove. Non importa quanto siano stati danneggiati i registri, i fatti non si potranno cancellare- i bugiardi saranno condannati.
Quindi il solstizio d’inverno che si avvicina, sarà destinato a scrollarsi la paura di non avere più futuro.
Invece dovremmo rendere tributo allo spirito scientifico di una
tradizione indigena, i cui astronomi guardavano al cielo con timore
e da studiosi ed emulavano il suo rigore matematico e il rispetto
per la verità.
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