di Thierry Meyssan

18 febbraio 2025

dal Sito Web ReteVoltaire

Traduzione di Rachele Marmetti
Versione in inglese

Versione in spagnolo

 

 

 

 

I presidenti Donald Trump e Vladimir Putin

in occasione dell'incontro del 2018.
 

 

 

La pace in Ucraina

potrebbe essere per nulla risolutiva.

Questa guerra non è stata causata

dalla volontà espansionistica della Russia,

come sostiene la propaganda atlantista,

ma da problemi reali.

 

Limitarsi a riconoscere una modificazione di confini

significa non affrontare il nocciolo della questione.


Questa guerra

è il risultato dell'allargamento della NATO

a dispetto degli impegni presi;

un allargamento che minaccia direttamente

la sicurezza della Russia,

i cui confini sono troppo estesi per essere difesi.

 

Per potersi estendere all'Ucraina,

la NATO ha appoggiato e messo al potere

formazioni neonaziste che hanno instaurato

le proprie leggi nel Paese.

 

A questo si è aggiunto il risorgere

del cosiddetto conflitto di civiltà

tra i valori europei e quelli asiatici.


Non ci sarà vera pace

fino a quando gli Occidentali

non manterranno la parola data.

 

 


Il presidente statunitense Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin hanno avviato ufficialmente i negoziati per mettere fine alla guerra in Ucraina.

 

Le soluzioni territoriali non risolveranno in ogni caso la complessità del contenzioso, che probabilmente si prolungherà al di là della pace.

Nella questione ucraina si sovrappongono tre problemi...

 

 

 


1 - L'estensione della NATO a est e la dottrina Brzezinski

Quando il 9 novembre 1989 gli stessi tedeschi dell'Est abbatterono il Muro di Berlino, gli Occidentali, colti di sorpresa, negoziarono la fine delle due Germanie.

 

Per tutto il 1990 ci si chiese se la riunificazione della Germania avrebbe implicato l'ingresso della Germania dell'Est nella NATO.

Quando nel 1949 fu firmato, il Trattato dell'Alleanza Atlantica non proteggeva alcuni territori di alcuni Stati firmatari, per esempio i territori francesi del Pacifico (La Riunione, Mayotte, Wallis e Fortuna, la Polinesia e la Nuova Caledonia).

Ne consegue che sarebbe stato possibile che nella Germania unificata non fosse autorizzata la presenza della NATO nei territori dell'ex Germania Est.

Si trattava di una questione particolarmente importante per gli Stati dell'Europa centrale e orientale, che nella seconda guerra mondiale furono aggrediti dalla Germania.

 

Per queste popolazioni, l'installazione di armi sofisticate a ridosso dei propri confini era motivo di preoccupazione.

 

A maggior ragione per la Russia, i cui confini immensi (6.600 chilometri) sono indifendibili.

Al vertice di Malta del 2 e 3 dicembre 1989, tra il presidente americano George Bush (padre) e il presidente russo Michail Gorbaciov, gli Stati Uniti affermarono di non aver contribuito alla caduta del Muro di Berlino e di non aver alcuna intenzione d'intervenire contro l'Urss. [1]

Il ministro degli Esteri della Germania Ovest, Hans Dietrich Genscher, dichiarò che i cambiamenti in Europa orientale e il processo di unificazione della Germania non dovevano trasformarsi in,

"un'aggressione agli interessi di sicurezza sovietici".

Di conseguenza, la NATO avrebbe dovuto escludere,

"un'espansione verso oriente, ossia un avvicinamento ai confini sovietici".

Le tre potenze occupanti della Germania, cioè Stati Uniti, Francia e Regno Unito, rinnovarono a più riprese l'impegno a non allargare la NATO a oriente.

 

Il Trattato di Mosca del 12 settembre 1990 partì dal presupposto che la Germania riunificata non avrebbe rivendicato territori polacchi (linea Oder-Neisse) e che nel territorio della Germania Est non ci sarebbe stata alcuna base NATO. [2]
 

 

In una conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca, nel 1995,

il presidente Boris Eltsin definisce "disastroso" l'incontro appena avuto

con il presidente americano Bill Clinton suscitandone l'ilarità.

In effetti è meglio ridere che piangere.
 


I russi vennero tuttavia informati che il vicesegretario di Stato Richard Holbrooke stava facendo il giro delle capitali per preparare l'adesione alla NATO degli Stati dell'ex Patto di Varsavia.

 

Al vertice di Budapest della Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa (CSCE) del 5 dicembre 1994, il presidente russo Boris Eltsin fece la paternale all'omologo statunitense Bill Clinton:

"La nostra posizione di fronte ai piani di allargamento della NATO, e in particolare alla possibilità che le sue infrastrutture si estendano a Est, rimane e rimarrà costantemente negativa.

 

Argomentazioni quali l'allargamento non è diretto contro alcuno Stato e non costituisce un passo verso la creazione di un'Europa unificata non reggono alle nostre critiche.

 

Si tratta di una decisione le cui conseguenze determineranno la configurazione dell'Europa per gli anni a venire.

 

Potrebbe portare a uno scivolamento verso un deterioramento della fiducia tra Russia e Paesi occidentali. […] La NATO è stata creata durante la guerra fredda.

 

Oggi, non senza difficoltà, sta cercando di trovare il suo posto nella nuova Europa. È importante che questo processo non crei due zone di demarcazione, ma consolidi invece l'unità europea.

 

Questo obiettivo è secondo noi in contraddizione con i piani espansionistici della NATO.

 

Perché seminare sfiducia? Dopo tutto non siamo più nemici; ora siamo alleati. Nel 1995 ricorre il cinquantesimo anniversario della seconda guerra mondiale.

 

Mezzo secolo dopo siamo sempre più consapevoli del vero significato della Grande Vittoria e della necessità di una riconciliazione storica in Europa.

 

Non ci devono più essere avversari, vincitori e vinti. Per la prima volta nella sua storia il nostro continente ha una reale occasione di trovare l'unità.

 

Non coglierla significa dimenticare le lezioni del passato e compromettere il futuro stesso."

Bill Clinton gli rispose:

"La NATO non escluderà automaticamente alcuna nazione dall'adesione. […]

 

Allo stesso tempo a nessun Paese esterno sarà permesso di porre il veto all'espansione." [3]

In occasione di questo summit vennero firmati tre memorandum, di cui uno con l'Ucraina indipendente.

 

In cambio della sua denuclearizzazione, Russia, Regno Unito e Stati Uniti s'impegnarono a non ricorrere alla minaccia o all'uso della forza contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica dell'Ucraina.

Tuttavia, durante le guerre di Jugoslavia, la Germania intervenne in quanto membro della NATO. Addestrò i combattenti kosovari nella base dell'Alleanza di Incirlik (Turchia), poi mandò i propri uomini sul campo.

Tuttavia, in occasione del vertice NATO di Madrid dell'8 e 9 luglio 1997, i capi di Stato e di governo dell'Alleanza annunciarono di prepararsi all'adesione di Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia, e auspicavano l'adesione di Slovenia e Romania.

Consapevole di non poter impedire a Stati sovrani di stringere alleanze e al tempo stesso preoccupata delle conseguenze per la propria sicurezza, la Russia intervenne al vertice di Istanbul del 18 e 19 novembre 1999 della Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa (CSCE) e fece adottare una dichiarazione che affermava il principio della libera adesione di ogni Stato sovrano a un'alleanza militare di propria scelta, nonché il principio che ogni Stato non avrebbe adottato misure per la propria sicurezza a scapito della sicurezza dei vicini.

Tuttavia, nel 2014 gli Stati Uniti organizzarono una rivoluzione colorata in Ucraina:

il presidente democraticamente eletto, che voleva mantenere il Paese equidistante sia dagli Stati Uniti sia dalla Russia, venne rovesciato.

 

Salì al potere un regime neonazista dichiaratamente aggressivo nei confronti della Russia.

 

Nel 2004 Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia aderirono alla NATO.

 

Nel 2009 fu la volta di Albania e Croazia.

 

Nel 2017 vi aderì il Montenegro.

 

Nel 2020 la Macedonia del Nord.

 

Nel 2023 la Finlandia.

 

Infine nel 2024 la Svezia.

Tutti gli impegni precedenti sono stati disattesi...!

Per capire come si è arrivati a questo punto, bisogna esaminare anche la posizione degli Stati Uniti.

Nel 1997 l'ex consigliere per la Sicurezza del presidente Jimmy Carter, il polacco-statunitense Zbigniew Brzezinski, pubblicò La Grande Scacchiera (
The Grand Chessboard), in cui disserta di geopolitica nel senso originario del termine:

non dell'influenza dei dati geografici sulla politica internazionale, ma di un piano per il dominio del mondo...

Secondo Brzezinski, gli Stati Uniti potrebbero continuare a essere la prima potenza mondiale alleandosi con gli europei e isolando la Russia.

 

Questo Democratico all'epoca non più in attività offrì agli straussiani una strategia per tenere in scacco la Russia, pur avendo un punto di vista differente: era infatti favorevole alla cooperazione con l'Unione Europea mentre gli straussiani auspicavano di frenarne lo sviluppo (dottrina Wolfowitz).

 

Brzezinski sarebbe in seguito diventato consigliere del presidente Barack Obama.
 

 

 


2 - Denazificazione dell'Ucraina
 

 

Monumento a Leopoli in onore

del criminale contro l'umanità

Stepan Bandera.

 


All'inizio dell'operazione speciale dell'esercito russo in Ucraina, il presidente Putin dichiarò che l'obiettivo primario era denazificare il Paese.

Gli Occidentali finsero di ignorare il problema.

 

Accusarono la Russia di gonfiare alcuni fatti marginali, benché osservabili su larga scala da un decennio.

Due geopolitici statunitensi, Paul Wolfowitz e Zbigniew Brzezinski, pur essendo rivali, in occasione di una conferenza da loro stessi organizzata a Washington nel 2000, si allearono con i nazionalisti integralisti, cioè con i discepoli del filosofo Dmytro Dontsov e del miliziano Stepan Bandera. [4]

 

Il dipartimento della Difesa nel 2001 fece leva su questa alleanza per esternalizzare in Ucraina le ricerche sulla guerra biologica, dirette da Antony Fauci, all'epoca consigliere per la Sanità del segretario di Stato Donald Rumsfeld.

 

E su questa alleanza fece affidamento anche il dipartimento di Stato per organizzare nel 2014 la rivoluzione colorata di Euromaidan.

I presidenti ucraini Petro Poroshenko e Volodymyr Zelensky, entrambi ebrei, hanno consentito che si moltiplicassero ovunque nel Paese, soprattutto in Galizia, memoriali in onore dei collaboratori dei nazisti.

 

Hanno permesso che l'ideologia di Dmytro Dontsov diventasse referenza storica.

 

Per esempio, oggi gli ucraini attribuiscono la grande carestia del 1932-33, che fece 2,5-5 milioni di morti, alla volontà dei russi di sterminare gli ucraini; un mito fondatore che non regge all'analisi storica. [5]

 

Questa carestia colpì infatti anche altre regioni dell'Unione Sovietica. Su questa menzogna storica Kiev è riuscita a convincere gli ucraini che l'esercito russo volesse invadere l'Ucraina.

Oggi diverse decine di Paesi, tra cui Francia [6] e Germania, [7] hanno adottato a maggioranza schiacciante leggi o risoluzioni a convalida di questa propaganda.

La nazificazione è più complessa di quanto si creda:

con l'implicazione della NATO in questa guerra per procura, l'Ordine Centuria, società segreta dei nazionalisti ucraini, ha infiltrato le forze dell'Alleanza.

In Francia sarebbe già presente all'interno della Gendarmerie che, sia detto per inciso, non ha mai pubblicato il suo rapporto sul massacro di Bucha.

L'Occidente contemporaneo ritiene, a torto, che i nazisti furono criminali che vollero massacrare prioritariamente gli ebrei.

È assolutamente falso.

 

I loro principali nemici erano gli slavi.

Durante la seconda guerra mondiale i nazisti uccisero milioni di persone, prima con le armi, poi, dal 1942 nei campi di concentramento.

 

Le vittime civili slave dell'ideologia nazista furono più numerose delle vittime ebree (circa sei milioni se si sommano le vittime delle armi e quelle uccise nei campi di concentramento). Inoltre alcune vittime erano al tempo stesso slave ed ebree, quindi furono conteggiate in entrambe le etnie.

 

Dopo i massacri del 1940-41, circa 18 milioni di persone di ogni origine furono internate nei campi di concentramento; di queste, 11 milioni furono uccise (1.100.000 nel solo campo di Auschwitz-Birkenau). [8]

L'Unione Sovietica, che si lacerò durante la Rivoluzione bolscevica, si riunificò solo nel 1941, quando Joseph Stalin si alleò con la Chiesa ortodossa mettendo fine ai massacri e all'internamento politico nei gulag per combattere l'invasione nazista.

 

La vittoria contro l'ideologia razzista è il fondamento della Russia di oggi.

 

Il popolo russo si ritiene un accanito oppositore del razzismo.

 

 

 


3 - L'estromissione della Russia dall'Europa

Il terzo punto di discordia tra l'Occidente e la Russia è NATO durante la guerra in Ucraina.

 

Gli Occidentali hanno adottato molte misure contro simboli della Russia. Misure coercitive unilaterali, abusivamente chiamate "sanzioni", sono state adottate certamente a livello governativo, ma sono state prese misure discriminatorie anche contro cittadini russi.

Negli Stati Uniti è stato vietato ai russi l'ingresso in molti ristoranti.

 

In Europa sono stati cancellati spettacoli russi.

Simbolicamente abbiamo accettato l'idea che la Russia non è europea, ma asiatica (lo è in parte).

 

Abbiamo rielaborato la dicotomia della guerra fredda che opponeva il mondo libero, capitalista e religioso, allo spettro totalitario, socialista e ateo, trasformandolo in un'opposizione tra valori occidentali, individualistici, e asiatici, comunitari.

In conseguenza di questa evoluzione, riemergono le ideologie razziali.

 

Tre anni fa avevo sottolineato che il 1619 Project del New York Times e la retorica woke del presidente Joe Biden erano in realtà, magari inconsapevolmente, una riformulazione al contrario del razzismo. [9]

 

Noto oggi che il presidente Trump fa la mia stessa analisi e ha revocato tutte le innovazioni woke del predecessore.

 

Ma il danno è fatto:

il mese scorso gli Occidentali hanno reagito all'apparizione del cinese DeepSeek sostenendo che gli asiatici hanno copiato questo software, non possono certo averlo inventato.

Alcune agenzie governative ne hanno addirittura vietato l'uso ai propri dipendenti, una reazione che è in realtà una denuncia del "pericolo giallo".

 

 


Leon Tolstoj (1928-1910), autore di Guerra e pace,

dovrebbe essere censurato come fa l'Ucraina,

dove bruciano i suoi libri perché russo?

 

 

 


4 - Conclusioni

I negoziati in corso si focalizzano su ciò che è direttamente percepibile dalle opinioni pubbliche:

i confini...!

Ma la questione più importante è altrove.

 

Per vivere insieme dobbiamo non minacciare la sicurezza degli altri e riconoscerli nostri pari. Un compito molto più arduo, che impegna non solo i governi.

Dal punto di vista russo, l'origine intellettuale dei tre problemi che abbiamo esaminato risiede nel rifiuto anglosassone del diritto internazionale. [10]

 

In effetti durante la seconda guerra mondiale il presidente statunitense Franklin D. Roosevelt e il primo ministro britannico Winston Churchill, al Vertice atlantico concordarono che, dopo la vittoria congiunta, avrebbero imposto la propria legge al resto del mondo.

 

Usa e Regno Unito accettarono infatti gli statuti dell'ONU solo su pressione dell'Urss e della Francia, ma continuarono a disattenderli, costringendo la Russia a boicottare l'Organizzazione quando venne rifiutato alla Cina Popolare il diritto di farne parte.

 

Un esempio lampante della doppiezza occidentale è lo Stato di Israele, che calpesta un centinaio di risoluzioni,

  • del Consiglio di sicurezza

  • dell'Assemblea generale

  • della Corte internazionale di giustizia...

Per questa ragione il 17 dicembre 2021, all'approssimarsi della guerra in Ucraina, Mosca propose a Washington [11] di evitarla firmando un Trattato bilaterale a garanzia della pace. [12]

L'idea sottesa al testo era che gli Stati Uniti rinunciassero, ne più ne meno, a un "mondo fondato sulle regole" (le loro) e si schierassero invece dalla parte del diritto internazionale.

 

Questo diritto, elaborato da russi e francesi poco prima della prima guerra mondiale, consiste unicamente,

nel rispetto della parola data davanti all'opinione pubblica...!

 

 

 

Riferimenti

  1. "NATO Expansion: What Gorbachev Heard", National Security Archives, 24 de noviembre de 2021.

  2. "NATO Expansion: What Yeltsin Heard", National Security Archives, 16 de marzo de 2018.

  3. "NATO Expansion - The Budapest Blow Up 1994", National Security Archives, 24 de noviembre de 2021.

  4. ¿Quiénes son los nacionalistas integristas ‎ucranianos?, por Thierry Meyssan, Red Voltaire, 17 de noviembre de 2022.

  5. L'Holodomor, nouvel avatar de l'anticommunisme "européen" (pasaje de Le Choix de la défaite), de la importante historiadora francesa Annie Lacroix-Riz; y Famine et transformation agricole en URSS, Mark Tauger, Delga, 2017.

  6. En Alemania, los servicios de investigación del parlamento alemán había realizado en 2008 un estudio que desmentía el mito de aquella hambruna: Fragen zur ukrainischen Geschichte im 20. Jahrhundert. Die Hungersnot in der Ukraine 1932/33 ("Holodomor") sowie die Folgen der Resowjetisierung nach Ende des Zweiten Welkrieges.

  7. Joe Biden reinventa el racismo, por Thierry Meyssan, Red Voltaire, 11 de mayo de 2021.

  8. ¿Cuál orden internacional?, por Thierry Meyssan, Red Voltaire, 7 de noviembre de 2023.

  9. Rusia quiere obligar Estados Unidos a respetar ‎la Carta de la ONU‎, por Thierry Meyssan, Red Voltaire, 4 de enero de 2022.