Dott.
Armando Manocchia:
A
partire dal Concilio Vaticano II (1962-1965), le infiltrazioni
massoniche all'interno della Chiesa cattolica sono diventate sempre
più consistenti. Il progressismo e il relativismo sono stati usati
come armi per minare la fedeltà alla Tradizione.
L'arcivescovo Marcel Lefebvre, scomunicato da Giovanni Paolo II nel
1988, ha quindi sentito che il cattolicesimo era sull'orlo del
baratro?
Monsignor Carlo Maria Viganò:
Certamente.
Monsignor Lefebvre è stato uno dei pochi, pochissimi prelati che ha
voluto denunciare la rivoluzione conciliare, comprendendone la
natura sovversiva.
E dico
"chi voleva" perché tanti altri prelati hanno capito che era in atto
una vera rivoluzione. Alcuni la vedevano come un pericolo, altri come
una "primavera della Chiesa".
Ma tra
coloro che vedevano il pericolo, quasi nessuno sapeva denunciarlo
apertamente.
Comprendiamo oggi il merito storico dell'arcivescovo Lefebvre di
essersi ribellato alla linea dettata dal politburo conciliare e di
aver creato le premesse per un ritorno della Chiesa alla dottrina e
alla Santa Messa di tutti i tempi.
Dott.
Manocchia:
La St.
Gallenmafia può essere considerata una sorta di World Economic Forum
ecclesiastico?
Monsignor Viganò:
Se
identifichiamo il
World
Economic Forum
come
una lobby privata che ha collocato i suoi adepti nei posti più
importanti delle istituzioni pubbliche nazionali e internazionali
per imporre l'agenda globalista contro la volontà dei cittadini, è
certamente opportuno vedere un parallelo con la mafia di St. Gallen.
Allo
stesso modo, questa cabala di congiurati collocava i suoi agenti
anche nella Curia romana e negli organi periferici della Chiesa,
così come imponeva l'agenda conciliare contro la volontà dei fedeli.
Ma come
nella sfera pubblica non c'è solo il World Economic Forum, così
nella sfera ecclesiasticanon c'è solo la
mafia
St. Gallen. Siamo
di fronte a un colpo di stato globale che coinvolge sia la società
civile che la Chiesa.
Entrambi
sono infiltrati e controllati da personaggi che usano il loro potere
e l'autorità che ne deriva, non ai fini delle istituzioni che
governano, ma per distruggerle.
Questa
crisi di autorità va denunciata perché l'azione di coloro che hanno
raggiunto i massimi livelli di leadership sia delle nazioni che
della Chiesa è un atto sovversivo e criminale.
Dott.
Manocchia:
Nel suo
libro Non è Francesco, Antonio Socci sostiene che, dal
punto di vista del diritto canonico, l'elezione di Francesco al
soglio pontificio non è avvenuta in maniera regolare e che il
Conclave del 2013 è illegittimo.
Qual è
la tua opinione su questo?
Monsignor Viganò:
Le
ricostruzioni di Antonio Socci seguono le cose che si sono lasciate
sfuggire Elisabetta Piqué, che è molto legata a
Bergoglio,
e Austin Ivereigh:
sembrano
plausibili, anche se non sono supportate da prove inequivocabili.
Ma allo
stesso tempo non sono mai state smentite dalla Santa Sede, e questo
ha fatto sì che le speculazioni sulle dimissioni di Benedetto XVI e
sulle manovre della mafia di ST: Gallen in Conclave si siano
moltiplicate, creando sgomento, confusione e divisione tra i fedeli.
Se
pensiamo agli interventi
del
Vaticano
su
innumerevoli temi, il suo silenzio su un tema così importante è
sconcertante. Ancora più grande è lo smarrimento per il silenzio dei
Cardinali che hanno partecipato a quel Conclave.
Qualche
appello al segreto pontificio, ma di fronte ad una possibile
violazione delle norme previste dalla Costituzione Apostolica
[Universi Dominici Gregis], che renderebbe nulla l'elezione del
Pontefice, non c'è giustificazione per questo prolungato silenzio.
So da
fonte attendibile che quando il cardinale Giovanni Battista Re -
che in qualità di vice decano del Collegio cardinalizio ha
presieduto il Conclave del 2013 - è stato interrogato privatamente e
gli è stato chiesto quale paragrafo della Costituzione apostolica
Universi Dominici Gregis fosse la base per il conclave che procedeva
a un terzo scrutinio la sera delle elezioni, si rifiutò di
rispondere, affermando con enfasi e rabbia che tutto si era svolto
regolarmente.
Prima o
poi la verità emergerà e il gravissimo danno arrecato alla Chiesa
dovrà essere denunciato e riparato.
Dott.
Manocchia:
La
Chiesa cattolica [istituzionale], da tempo impegnata
nell'ecumenismo, e in linea con la logica di approvazione propugnata
dalle oligarchie globaliste, sembra oggi puntare alla creazione di
un'unica religione, un sincretismo che mescola dottrine
monoteistiche e credenze pagane, come il
culto
andino della Pachamama.
Si
tratta di un atto di omicidio o piuttosto di un gesto suicida?
Monsignor Viganò:
Tutti e
due.
Da un
lato, la parte corrotta della Gerarchia - che per brevità chiamo
Chiesa profonda - poiché è sottomessa a Satana, odia la Chiesa come
Corpo Mistico di Cristo e intende ucciderla, proprio come è successo
al Capo della Chiesa.
Ma
sappiamo che, come Cristo è risorto, così risorgerà anche il suo
Corpo mistico dopo la sua passione. Quindi sì: chi serve il diavolo
compie un'operazione omicida, in quanto folle e destinata al
fallimento.
D'altra
parte, la parte sana della gerarchia è per lo più composta da
vescovi e chierici che tuttavia accettano le premesse ideologiche
dell'attuale apostasia, poiché accettano il Concilio e la nuova
liturgia che trasmette i suoi errori alle masse.
Non
vogliono che la Chiesa soccomba, ma si illudono, contro ogni
evidenza e dopo sessant'anni di fallimento, pensando che il Concilio
sia stato solo male interpretato, che la nuova Messa sia celebrata
male ma che si possa tornare a una certa dignità nella liturgia, che
l'ecumenismo è buono purché lo sia solo con gli ortodossi
[orientali] ma non con gli idolatri.
Ma se
non sono convinti che la crisi è iniziata con il
Vaticano
II,
se non capiscono che è stato il Concilio a causare questo disastro e
che per porvi rimedio, è necessario tornare alla fede, alla morale e
alla liturgia che esistevano prima Consiglio, sono inconsapevolmente
parte del problema.
Essi,
pur con le migliori intenzioni, rappresentano quella parte dei
moderati che, di fronte a un attacco su tutti i fronti, se non
combattono, costituiscono un ostacolo alla soluzione della crisi.
Il loro
appoggio al Concilio e la mentalità secolarizzata della Chiesa
profonda rendono il loro gesto certamente suicida.
Dott.
Manocchia:
Bergoglio ha vigilato sugli ordini più tradizionalisti:
i
Francescani dell'Immacolata, le Piccole Sorelle di Maria Madre del
Redentore.
È forse
allergico alle vocazioni autentiche o i beni di queste congregazioni
fanno gola a qualcuno?
Monsignor Viganò:
In un
momento in cui la Chiesa sta soffrendo la drastica riduzione delle
offerte e delle donazioni dei fedeli a causa della crisi economica
causata dalla
psicopandemia,
della chiusura delle chiese e del disgusto di molti cattolici per
l'opera di Bergoglio e dei vescovi, è evidente che raccogliere un
po' di denaro e beni immobili è un modo conveniente per riempire le
disastrose casse vaticane.
Ma il
vero motivo, quello che motiva ogni azione della Chiesa bergogliana,
è l'odio implacabile per la Tradizione, di cui gli ordini
contemplativi e conservatori sono una manifestazione eloquente.
Immaginate la rabbia di questi modernisti che - nello stesso momento
in cui le comunità più progressiste si stanno estinguendo e gli
ordini religiosi scompaiono per la crisi delle vocazioni, e la
perdita di molti che hanno abbandonato la vita religiosa -
testimoniano la rifioritura di monasteri e istituti in cui c'è
disciplina, fedeltà alla regola del fondatore, vera povertà,
penitenza, spirito di raccoglimento e
liturgia
tridentina.
Tutto
ciò rende evidente il loro fallimento [dei seguaci di Bergoglio] e
quindi deve essere eliminato, perché non si veda che la Tradizione
ha un seguito molto maggiore (e ne avrebbe molto di più, se non
fosse sistematicamente boicottato) rispetto a quello postconciliare
la religione con i suoi sacerdoti senza tonaca, le sue monache senza
velo, i religiosi che non pregano e le sue chiese vuote.
Nella
mente di Bergoglio le uniche vocazioni che meritano la sua
approvazione sono quelle moderniste, inclusive, rivolte alle
periferie esistenziali, e composte dal nulla dottrinale, vuoto
morale e triti slogan umanitari.
Non
appena una vocazione mostra segni anche vaghi di essere genuinamente
cattolica e animata dal desiderio di dare gloria a Dio e
salvare le anime, viene attaccata come espressione di clericalismo,
intolleranza, fondamentalismo, rigidità... con tutto il repertorio
bergogliano di parole più o meno offensive che è una delle tecniche
utilizzate per criminalizzare l'avversario, metodo già sperimentato
con successo fin dal Concilio.
Dott.
Manocchia:
Papa
Francesco
ha
elogiato il multiculturalismo, l'ecologismo e l'immigrazione, ha
ricevuto
Soros e
Bill
Gates in
Vaticano e ha svolto il ruolo di promotore di sieri genetici
sperimentali.
Si
potrebbe ipotizzare che ci sia una correlazione tra la sua opera e
la sua formazione di gesuita?
Monsignor Viganò:
Se
dovessimo limitarci a "ipotizzare" questa correlazione, mostreremmo
almeno ingenuità e incuria.
La
Compagnia
di Gesù,
che fu tra gli Ordini più importanti della Chiesa, è stata presa di
mira dall'azione del diavolo, che ne ha corrotto il carisma e lo ha
progressivamente deviato ben prima del Vaticano II, ed è oggi il
corpo aggredito, per così dire, con cui la Chiesa profonda demolisce
ciò che resta della Chiesa Cattolica per sostituirlo con una ONG
amorfa che possa fungere da "contenitore" della Religione
dell'Umanità voluta dai
Massoni
e
dal
Nuovo
Ordine Mondiale,
coerente con i fondamenti ideologici stabiliti dal Concilio.
Come
ogni gesuita, Bergoglio è prima gesuita e poi cattolico.
Per
questo motivo è ancora vietato ai Gesuiti salire nei ranghi della
Gerarchia, motivo per cui gli argentini hanno dovuto chiedere al
Papa una dispensa perché fosse consacrato arcivescovo di Buenos
Aires.
Se
quella dispensa non fosse stata concessa e fosse stata invece
rispettata la Regola di Sant'Ignazio, ci sarebbero stati risparmiati
i disastri che abbiamo visto dal 2013.
È
evidente che i Gesuiti hanno svolto un ruolo di primo piano non solo
nell'attuazione della rivoluzione conciliare, ma anche nel manovrare
per portare uno di loro al trono di Pietro.
Dott.
Manocchia:
Nel
2009, in qualità di Segretario del Governatorato, ha ripristinato il
bilancio del Vaticano in modo formidabile. Si passa infatti da un
disavanzo di 8 milioni di euro a un avanzo di oltre 34 milioni di
euro.
Nel
perseguire questa linea di trasparenza e combattere la corruzione, a
quanto pare hai pestato i piedi. Dopodiché, guarda caso, ti hanno
nominato Nunzio Apostolico negli Stati Uniti.
Si
trattava, come dicevano i latini, di "Promoveatur ut amoveatur"
[Promuovere per togliere]?
Monsignor Viganò:
La mia
nomina a Nunzio Apostolico negli Stati Uniti fu decisa dall'allora
onnipotente Segretario di Stato Cardinal Bertone.
All'epoca ero Segretario Generale del Governatorato dal luglio 2009
e prima ancora avevo ricoperto l'incarico di Delegato per le
Rappresentanze Pontificie presso la Segreteria di Stato.
I miei
compiti includevano la preparazione e l'esame dei processi di
promozione all'episcopato nella Curia romana e nelle Rappresentanze
Pontificie.
In
questo ruolo mi ero opposto alla nomina di prelati indegni o
omosessuali e avevo proposto, tra l'altro, di togliere il cappello
cardinalizio a McCarrick.
Questo
mio ruolo mi ha reso impopolare presso i miei superiori ed in
particolare presso Bertone, che mi ha convinto ad accettare il
trasferimento dalla Segreteria di Stato al Governatorato, come
Segretario Generale, con la promessa di promuovermi Presidente al
posto del Cardinale Giovanni Lajolo quando andò in pensione.
Il mio
lavoro per combattere la corruzione e sanare le finanze disastrose
del Governatorato è stato contrastato da alcuni, e a partire dal
2010 c'è stato un vero e proprio "mobbing" [bullismo sul posto di
lavoro] contro di me, con la pubblicazione di articoli diffamatori e
infamanti.
Le
scandalose accuse, che provenivano dai Sacri Palazzi, diedero a
Bertone un pretesto per allontanarmi da quell'ufficio. Mi sono quindi
sentito in dovere di informare il Santo Padre, perché sapesse cosa
stava realmente accadendo.
Papa
Benedetto mi ha chiamato subito, e prima ancora che potessi parlare
dei fatti con Bertone, mi ha proposto di nominarmi Presidente del
Pontificio Consiglio per gli Affari Economici della Santa Sede, al
posto del cardinale Velasio de Paolis.
E lo ha
fatto con queste parole precise:
"Sono
convinto che questo sia il compito con cui potete rendere il miglior
servizio alla Santa Sede".
Non è
difficile immaginare quali possano essere state le pressioni, la
disinformazione e le calunnie nei miei confronti che sono state
presentate a Papa Benedetto, che lo hanno spinto a cambiare idea e a
nominarmi Nunzio negli Stati Uniti, nomina che ho accettato
con spirito di obbedienza, ma non senza soffrire, ben consapevole
che si trattava di un colpo di stato della Curia che intendeva
vanificare tutta l'opera di sanificazione che avevo svolto nel
Governatorato.
Il Santo
Padre mi ha scritto:
"Mi
trovo nella convinzione che la sua provvidenziale posizione in
questo momento è la Nunziatura negli Stati Uniti d'America.
D'altra
parte, sono certo che la vostra conoscenza di questo grande Paese vi
aiuterà a raccogliere la sfida impegnativa di quest'opera, che per
molti versi appare decisiva per il futuro della Chiesa universale".
Il mio
incarico ufficiale in quella nazione immensa e amata è giunto al
termine, ma quella sfida - alla quale papa Benedetto quasi
profeticamente si riferiva e nella quale mi aveva coinvolto - è più
aperta che mai.
Dott.
Manocchia:
I tuoi
interventi lucidi, focosi e coraggiosi contro il Nuovo Ordine
Mondiale ti hanno portato spiacevoli conseguenze, minacce e attacchi
mediatici?
Monsignor Viganò:
Già dopo
le mie rivelazioni sugli scandali dell'allora cardinale McCarrick,
dovevo prendermi cura della mia sicurezza.
Le mie
dichiarazioni sulla farsa 'pandemica', che ricordo iniziarono nel
maggio 2020, all'epoca mi procurarono insulti e linciaggi verbali,
accuse di indebita interferenza o che stavo promuovendo teorie del
complotto.
C'è
stato anche chi ha detto che non sono stato io a scrivere le mie
dichiarazioni; è stato anche insinuato che soffrissi di psicosi e di
"delirio di interpretazione", o addirittura di essere posseduto dal
diavolo.
Per non
parlare delle accuse
seguite
al mio pronunciamento
sulla
crisi
russo-ucraina,
di qualche giorno fa...
Sono
rimasto stupito dal fatto che questi attacchi spesso esagerati
provengano anche in parte dai circoli del conservatorismo cattolico
e della cosiddetta destra politica. In molti casi, coloro che avrei
considerato alleati - opponendosi prima alla farsa 'pandemica' e poi
alla provocazione bellica - hanno dimostrato di schierarsi dalla
parte dell'avversario, al punto da riconoscere l'efficacia e la
liceità morale dei cosiddetti vaccini o presentando Zelenskyy come
una vittima innocente delle mire espansionistiche di Putin.
Ben
diversa è la realtà, e negarla o nasconderla per sostenere le
proprie tesi o per obbedire ai propri padroni non servirà altro che
a rendere ancora più giusta e motivata la condanna dei colpevoli e
dei loro complici.
In ogni
caso, ringrazio Dio e la Madonna per la buona salute e per la
protezione che mi hanno concesso finora.
Dott.
Manocchia:
Il
governo Draghi ha approfittato della questione ucraina per
prolungare l'emergenza fino al 31 dicembre 2022.
Quali
sono le sue previsioni sul futuro politico, economico e sociale
dell'Italia?
Monsignor Viganò:
Non so
se l'emergenza della Protezione Civile possa essere considerata un
prolungamento dell'emergenza 'pandemica', che peraltro è stata
dichiarata illegittima e incostituzionale da una recente sentenza
del tribunale di Pisa.
Ciò che
è chiarissimo, se mai ci fossero dubbi, è che Draghi risponde
ai poteri sovranazionali come tanti altri esponenti del suo governo
e delle massime istituzioni italiane, con il sostegno di quasi tutto
il Parlamento.
In
quanto membro di queste lobby, ha il compito di attuare l'agenda
globalista anche se contrasta con gli interessi nazionali e
il bene dei cittadini.
L'agenda, infatti, consiste proprio nella distruzione del tessuto
sociale, economico, religioso e culturale dell'Italia, per attuare
quel Grande Reset, il cui ideatore e promotore
Klaus
Schwab
ha
recentemente incontrato Draghi.
Non oso
fare previsioni, perché la situazione è estremamente incerta e piena
di incognite.
Nei
piani del Nuovo Ordine Mondiale,
L'Italia
dovrebbe soccombere, essere invasa da milioni di immigrati, perdere
la sua identità cattolica, cancellare le sue tradizioni ed essere
svenduta a multinazionali straniere.
Vogliono
che siamo schiavi a reddito universale dopo aver espropriato tutto,
con servizi e beni pubblici privatizzati, autorizzati solo a
viaggiare nei modi che riterranno consentiti, controllati in ogni
nostra azione, e vigilati dal perpetuo abbonamento verde, che si
chiamerà ID digitale o qualche altro eufemismo allettante.
Questo è
ciò che vorrebbero fare.
Ma non
tengono conto che sono sottomessi all'eterno Perdente e che la
Divina Provvidenza potrebbe decidere di risparmiare la nostra patria
dalla distruzione, se solo il popolo italiano capisse che i mali
presenti sono la conseguenza dei nostri peccati, dei peccati
pubblici della nazione, di tutte le nazioni; castigo per aver
rinnegato la nostra fede, l'anima della nostra Italia, per aver
strappato a Cristo la sua corona di Re universale, e quindi anche
vero Re della nostra nazione.
Il
Signore ci aiuterà con la sua grazia, ma ci chiede di fare la nostra
parte.
Se
lottiamo con Cristo, con Cristo celebreremo la vittoria. Se
continuiamo a non schierarci o peggio ci schieriamo con Satana, con
Satana cadremo nel baratro.
Dott.
Manocchia:
Saresti
disposto a fondare una sorta di nuova Santa Alleanza tra tutte le
forze dissidenti europee, per unirsi insieme nell'opporsi al
diabolico totalitarismo tecno-sanitario che ci opprime?
Monsignor Viganò:
Recentemente ho lanciato un appello per la creazione di un'Alleanza
Anti-Globalista, che possa coordinare l'opposizione delle forze
buone delle diverse nazioni contro il colpo di stato delle élite.
Ma
questa Alleanza deve essere un'iniziativa dei laici, così come i
laici devono dare, sia come cristiani che come cittadini, una
testimonianza pubblica della loro Fede e impegnarsi nella politica.
Non
dimentichiamo che, quando il Signore ci ha esortato "Date a Cesare
ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio" (Mt 22,21), ci ha
esortato non solo a pagare le tasse, ma anche a compiere il nostro
dovere verso la patria, soprattutto quando è messa in pericolo da
coloro che hanno come fine ultimo la distruzione della società
cristiana tradizionale attraverso un odio inestinguibile contro Gesù
Cristo.
Ma
mentre il nemico ci ha spiegato nel dettaglio cosa voleva fare per
"resettare" il mondo, a cominciare dalla decimazione della
popolazione mondiale attraverso la contraccezione, l'aborto e
l'omosessualità, le epidemie e i vaccini, dall'altro, i " bravi
ragazzi" sembravano intimiditi dal "progresso" e si vergognavano di
opporsi a questi progetti criminali con una proposta sociale e
politica intransigente.
Mentre i
cospiratori hanno formato i loro futuri leader al Forum di Davos e
li hanno posti ai vertici delle nazioni e delle istituzioni
internazionali - anzi, praticamente tutti quelli al potere oggi, da
Macron a Trudeau,
dalla Merkel a Zelensky - cosa hanno fatto coloro che
hanno a cuore la sovranità dello Stato, la protezione della vita e
della famiglia tradizionale, la difesa della religione e della
morale?
Non
hanno fatto niente.
Nessuna
formazione, nessun investimento nelle future classi dirigenti e
nessuna formazione accademica dei leader cattolici secondo principi
non negoziabili.
A ben
guardare, infatti, è stato rivelatore il tradimento del clero in
questo campo, perché accanto all'opera dello Stato profondo in campo
civile e anzi quasi per crearne la base ideologica e sociale, la
Chiesa profonda si è venduta alle richieste della sinistra.
Ha
preferito il dialogo ecumenico alla predicazione e alla conversione
delle anime; ha accettato i principi rivoluzionari della
Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, e fu la prima a
strappargli la Corona Reale di Cristo, diventando l'apostolo della
laicità dello Stato.
Oggi,
con Bergoglio, il tradimento si è consumato in un'apostasia, con il
sostegno all'ideologia globalista, alla migrazioni e, al
neomalthusianesimo, al Nuovo Ordine Mondiale e alla Religione
dell'Umanità.
La
chiesa profonda è stata persino complice della frode 'pandemica' e
della vaccinazione di massa, nonostante la presenza di linee
cellulari abortive nei sieri e l'irreversibile indebolimento del
sistema immunitario che provoca; oggi si pone ipocritamente a fianco
del sistema, sostenendo a Zelensky il burattino di Schwab in
Ucraina, contro il presidente
Putin,
che è l'unico capo di Stato che si oppone alla
globalizzazione
e
ai principi criminali che la ispirano.
Per
tornare all'Italia, secondo me, servono due cose, per cercare di
uscire da questa crisi.
La
prima,e più importante, è la formazione di classi dirigenti e veri
leader politici che vogliano impegnarsi per il buon governo,
applicando il Vangelo nell'ambito sociale.
Ciò
ovviamente presuppone che vi siano cattolici disposti a ritornare
all'integrità della fede e della morale, senza compromessi e con
l'audacia di una coraggiosa testimonianza.
La
seconda è la formazione di una coalizione che unisca in partiti e in
movimenti che condividono il programma dell'Alleanza Anti-Globalista,
riscoprendo anche la vocazione sovranista, federalista e
moderatamente liberale che i partiti di centrodestra hanno negato in
questi anni.
Insomma,
unire l'esperienza precedente (prendendo nota degli errori commessi
per non ripeterli) con i nuovi movimenti che stanno nascendo.
Penso
che questa idea potrebbe essere replicata anche in altre nazioni,
che potrebbero così presentare un fronte comune contro il Leviatano
globalista.